Superbonus, si punta alla compensazione dei crediti

Il superbonus è la misura che in questo momento sta creando maggiore polemica e paura per molte imprese che combattono con i crediti, cosa fare adesso?

Superbonus, lo stop del Governo

Lo stop del Governo alla crisi dell’industria edile creata dal superbonus era inevitabile. Infatti il governo ha bloccato le cessioni dei crediti e gli sconti in fattura, creando non poco malcontento tra gli esperti del settore. Tuttavia servono delle probabili soluzioni per evitare ulteriori danni alle imprese. La scelta più plausibile è la compensazione dei crediti, attraverso il modello F24. Tuttavia questa misura potrebbe entrare in vigore con qualche slittamento rispetto alla data del 17 febbraio 2022.

I crediti incagliati sono circa 19.9 miliardi, di cui 12 miliardi per il superbonus e 7 miliardi tra bonus facciate e sismabonus. La cartolarizzazione o l’intervento della Cassa depositi e prestiti sono delle scelte più lunghe che magari possono essere utilizzate per una parte restanti dei crediti residui. Adesso serve agire subito per evitare il fallimento di molte imprese che operano nel settore dell’edilizia e la relativa perdita di posti di lavoro.

Altre soluzioni tra Confindustria e Banca d’Italia

A seguito dei continui confronti tra il Governo e le parti sociali in merito ai crediti arrivano anche altre soluzioni. Ad esempio Confindustria sembra essere disponibile ad acquistare, dalle aziende, parte dei crediti maturati. Le banche invece ritengono che la detrazione con l’utilizzo del modello F24 sia la soluzione più veloce da applicare per uscire dallo stallo. Ad esempio l’Abi propone lo scudo penale agli istituti di credito.

Le banche potrebbero acquistare i crediti incagliati dei bonus edilizi in modo da far completare i lavori a chi ha presentato la Cila prima dell’entrata in vigore del provvedimento che fermo gli sconti in fattura. Gli istituti di credito, Poste italiane, assicurazioni e cassa depositi e prestiti avranno una protezione dai sequestri della magistratura anche per quei crediti che risultano oggetto di frode, ma che hanno acquistato in “buona fede“.

Sul tema si è espressa anche la Banca d’Italia che valuta positivamente l’impatto dei bonus in termini di valore aggiunto nell’occupazione, ma gli oneri per il bilancio pubblico sono pesanti e crescenti nell’ultimo biennio. Non resta che aspettare le decisioni prese dal tavolo tecnico a cui sono stati invitati: Abi, Cdp, Sace, Agenzia delle Entrate. Presenti anche le associazioni di categoria che hanno già partecipato all’incontro a Palazzo Chigi (Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi, Alleanza cooperative, Confartigianato, Cna, Confimi, Rete professioni tecniche, Casartigiani, Confassociazioni). Tuttavia la parola finale spetterà comunque al prossimo Consiglio dei Ministri.

 

Francesca Cavaleri

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