Uno dei problemi dell’Italia è sicuramente la lentezza burocratica e il nuovo Codice degli appalti pubblici, divenuto ormai legge, cerca di contrastare proprio questo fenomeno. In base alle prime dichiarazioni per ogni appalto pubblico si dovrebbero risparmiare dai 6 mesi a un anno, ma ecco le principali novità nel settore.
La parola d’ordine del Codice dei contratti pubblici, in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, è semplificazione e la stessa arriva soprattutto dalla possibilità di procedere all’affidamento dei lavori senza gara d’appalto per il 98% degli appalti e questo non vorrà dire minore trasparenza.
Il nuovo regolamento degli appalti pubblici è immediatamente applicabile e questa è la prima novità significativa, infatti non decorrono i canonici 60 giorni generalmente previsti.
Gli obiettivi principali delle nuove norme sono:
Vediamo in sintesi cosa cambia per le imprese che vogliono partecipare a procedure per l’affidamento di lavori o servizi:
Si è detto che uno degli obiettivi principali della nuova normativa è ridurre i tempi di appalto ed esecuzione dei lavori, proprio per questo motivo la nuova normativa prevede la possibilità di procedere ai subappalti a cascata, quindi l’impresa che ha l’appalto può a sua volta commissionare parti di lavori ad altre imprese. Con lo stesso obiettivo, a cui si aggiunge anche la necessità di ottenere un buon rapporto qualità-prezzo, rientra in vigore l’appalto integrato che prevede la possibilità di affidare l’incarico non solo esecutivo, ma anche di progettazione basato su un documento di fattibilità tecnico-economica approvato .
Naturalmente snellendo le procedure è insito il rischio di “errore” ecco perché i funzionari sono sollevati, con il nuovo codice degli appalti pubblici, da colpa grave nel caso in cui nell’esercizio delle funzioni abbiano comunque seguito giurisprudenza o pareri dell’autorità.
Piccoli cambiamenti vi sono anche nel caso in cui sia convocata la conferenza dei servizi, infatti nel caso in cui uno degli enti coinvolti esprima un parere negativo su una determinata opera, dovrà anche proporre una soluzione alternativa rispetto alla stessa. Viene quindi depotenziato il veto al fine di superare il dissenso soprattutto se espresso in maniera ideologica.
Il nuovo codice degli appalti tra le varie misure prevede anche una sorta di tutela premiale per le aziende italiane, ma solo nel caso in cui sia necessario tutelare le imprese/aziende da concorrenza sleale.
Infine, dal primo gennaio 2024 sarà attiva la banca dati nazionale.
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