Istanze Interpello Agenzia delle Entrate a pagamento. Ultima novità

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Secondo indiscrezioni pubblicate da diversi quotidiani, nella bozza della riforma fiscale in circolo sarebbe previsto il pagamento di un contributo per le istanze Interpello all’Agenzia delle Entrate. Ecco i possibili scenari.

Istanze Interpello a pagamento: l’ultima novità del governo Meloni

L’Agenzia delle Entrate negli ultimi anni ha implementato i servizi volti a fornire chiarimenti e delucidazioni ai contribuenti. Questo atteggiamento rientra nell’ottica di una maggiore collaborazione volta ad aumentare le entrate fiscali volontarie, quindi non frutto di riscossione forzata o contrasto all’evasione. Visti i dati sul forte calo dell’evasione fiscale la strategia potrebbe aver funzionato, ma sembra che ora si voglia fare un passo indietro e ridurre l’uso o abuso di questo strumento. Circola infatti la notizia, riportata da Open, che a breve i servizi di informazione e chiarimenti richiesti all’Agenzia delle Entrate potrebbero diventare a pagamento.

Nell’articolo 4 della bozza è previsto il pagamento di un contributo da versare per la presentazione delle istanze di interpello. Si tratta di uno dei servizi più importanti forniti dall’Agenzia delle Entrate, anche perché le risposte a interpello sono rese anonime e pubblicate in un’apposita sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate e quindi disponibili come informazioni, chiarimenti ufficiali, anche per tutti coloro che dovessero trovarsi in una situazione simile rispetto a quella presentata dal singolo contribuente.

Come sarà calcolato il contributo per le istanze di interpello e a cosa serve?

L’ammontare del contributo dovrebbe variare in base a due fattori:

  • soggetto che presenta l’interpello ( contribuente oppure professionista);
  • tipologia della domanda.

L’obiettivo di questa particolare tassa è quello di disincentivare il ricorso a pioggia alle istanze di Interpello. Nel solo 2022 infatti sono state presentare 18.000 istanze di Interpello. Tra le ipotesi allo studio vi è anche quella di ridurre l’accesso a questo strumento ai soli casi in cui non sia possibile ottenere un riscontro dell’Agenzia delle Entrate attraverso gli altri servizi messi a disposizione, ad esempio la chatbot.

In base a quanto emerge dalla bozza della riforma fiscale presentata, i fondi reperiti tramite il pagamento del contributo per la presentazione delle istanze di interpello dovrebbero essere destinati a sostenere i costi per la formazione del personale del Fisco.

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Ricordiamo che stiamo parlando esclusivamente della bozza delle riforma fiscale, di conseguenza non è detto che tali misure saranno realmente attivate.