Recommerce, la nuova frontiera dei consumi sostenibili con uno sguardo al business

Negli ultimi anni si sente spesso parlare di recommerce, il commercio di prodotti usati, rigenerati, di seconda mano. Si tratta di una nuova frontiera del consumo sostenibile che mira non solo a risparmiare attraverso il riciclo, ma anche ad evitare inquinamento.

Recommerce: rimmettere in commercio prodotti che non si usano

Produrre inquina, tra i prodotti che generano maggior inquinamento ambientale per la produzione vi sono gli abiti e in particolare i jeans, ma non solo, prodotti di alta tecnologia, elettrodomestici, mobili e accessori. Spesso questi prodotti vengono buttati sebbene possano essere recuperati, ad esempio abiti dismessi perché la taglia è cambiata, perché i bambini sono cresciuti, oppure perché semplicemente non piacciono più.

La nuova tendenza è dare a questi prodotti una nuova vita, questo consente a chi acquista di avere prodotti spesso di qualità a prezzi bassi, a chi vende di evitare la produzione di rifiuti e allo stesso tempo di ottenere un piccolo guadagno. Questo è il recommerce che per molte aziende sta diventando un vero business, infatti negli ultimi anni si sono moltiplicate le piattaforme per la vendita di prodotti usati.

Come funziona il recommerce

Il recommerce prevede dei canoni da rispettare:

  • rimettere sul mercato prodotti usati;
  • rigenerare dispositivi elettronici per allungarne la vita;
  • ricaricare le batterie dei vari dispositivi per evitare inquinamento ( le batterie gettate in modo non consono sono uno dei prodotti più inquinanti),
  • riparare elettrodomestici, mobili e tutto ciò che con un piccolo intervento può avere nuova vita, anche vestiti;
  • condividere tutto ciò che magari non ha un valore di mercato attuale, ma può essere ancora utile.

Dai primi Recommerce a oggi: usato di valore

A fare da apripista a questi comportamenti virtuosi è stato qualche decennio fa Ebay, la piattaforma ebbe subito successo, ma in quel momento in pochi colsero le opportunità che potevano essere generate. Iniziarono poi a fiorire piccoli negozi di prodotti vintage, luogo di ritrovo soprattutto per collezionisti.

Negli ultimi anni invece è stato tutto un fiorire di piccoli laboratori dove vengono rigenerate borse firmate, accessori, inoltre sono presenti online numerose piattaforme come Vinted e Wallapop che migliorano l’incontro tra offerta e domanda di prodotti usati.

Non solo ecologia, ma anche business, infatti secondo i dati di recenti ricerche, il volume di affari di chi offre questi servizi è notevole ed entro il 2030 dovrebbe arrivare a 900 miliardi di euro di fatturato.

Leggi anche: Codice del consumo: maggiori tutele per chi acquista on line

Nadia Pascale

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