Lo scudo penale per i reati fiscali è un provvedimento che spesso torna alla ribalta, osteggiato da molti perché consente ai grandi evasori di ottenere benefici particolarmente vantaggiosi e di conseguenza rappresenta un messaggio “sbagliato” per i contribuenti che potrebbero essere portati a evadere perché attirati dalle blande conseguenza del loro comportamento. Il Governo Meloni ci aveva provato già nei mesi passati, con la legge di bilancio. Ora invece è nel decreto Bollette. Vediamo cosa prevede lo scudo penale per i reati tributari.
Lo scudo penale per i reati tributari prevede che in caso di accordo tra contribuente e Fisco, naturalmente previo pagamento delle imposte evase, si possa ottenere la non punibilità del reato. Ricordiamo che l’evasione fiscale è considerata reato solo in pochi casi, cioè quando la soglia del “beneficio fiscale” ottenuto è particolarmente alta. Proprio per questo in molti ritengono che non si tratti di casi di evasione per necessità, ma di una vera condotta fraudolenta.
Lo scudo penale per i reati fiscali prevede “cause speciali di non punibilità per i reati tributari” ciò avviene quando le fattispecie penali sono correttamente definite e le somme dovute sono integralmente versate dal contribuente seguendo tutte le indicazioni contenute negli accordi.
I 3 casi in cui, in base a quanto previsto dal decreto Bollette, si prevede che si possa ottenere lo scudo fiscale sono:
Si tratta dei casi di evasione in cui effettivamente si applica la normativa penale.
Lo scudo penale può essere attivato per le definizioni raggiunte in sede amministrativa, cioè prima di arrivare a un processo e in sede giudiziaria. Sono esclusi dal condono previsto nel decreto Bollette i casi di dichiarazione infedele e omessa dichiarazione.
Naturalmente non sono mancate le critiche al provvedimento, le stesse sono determinate dal fatto che secondo le opposizioni il provvedimento non è caratterizzato da necessità e urgenza, di conseguenza è errato adottarlo per decreto. Inoltre nel merito si tratta di un provvedimento di tipo premiale che lancia ai contribuenti un messaggio negativo. Si aggiunge che nelle bozze circolanti prima dell’approvazione del decreto non c’era traccia dello scudo, quindi le opposizioni hanno denunciato un comportamento scorretto. Fratoianni, Sinistra Italiana, critica la scelta del Governo anche perché si pone in un filone tendente a premiare condotte poco corrette, tendenza di cui è indice anche il nuovo codice degli appalti.
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