Superbonus 110% continua ancora a far parlare di se, ma cosa fare dei crediti maturati nel 2022? Se nessuno li compra possono portati in detrazione?
Il superbonus 110% continua ancora a far parlare di se, nonostante ormai sia sceso al 90%. Tuttavia il Governo ha dichiarato lo stop alla cessione dei crediti e agli sconti in fattura, per salvare le imprese edili che hanno i cassetti fiscali liberi di crediti che nessuno vuole comprare. Ma la stretta riguarda i nuovi cantieri che potranno solo portare in compensazione le spese sostenute per le ristrutturazioni. Infine si ricorda che lo stop arriva anche per tutti gli altri bonus edilizi.
A questo punto resta solo la possibilità di effettuare la detrazione d’imposta del costo delle spese sostenute. La detrazione può essere effettuata solo quindi con la Dichiarazione dei redditi. Fino al 31 dicembre 2024 il limite massimo di spesa sul quale calcolare la detrazione del 50% è di 96 mila euro per ciascuna unità immobiliare.
Il 31 marzo è il termine per comunicare l’opzione di cessione del credito all’Agenzia delle entrate. Il problema è che ancora molti crediti non sono stati comprati dalle banche, Posta e gli enti autorizzati. Quindi non possono essere trasmesse per accedere all’opzione. Quindi il rischio è quello di poter perdere questi crediti, che sono molto importanti anche per la sopravvivenza di alcune imprese che operano nel settore.
Per risolvere il problema, sembra paventarsi la possibilità di avere una piattaforma dell’Agenzia delle entrate anche se la procedura di accettazione della banca non si è conclusa. Si attende il comunicato stampa del Ministro che anticiperà le regole della norma consentendo agli aventi diritto di caricare i propri crediti.
Restano ancora altri nodi da sciogliere in merito al superbonus. Ad esempio cosa fare con gli interventi in edilizia libera che prevedono l’istallazione di infissi o caldaie acquistati e non ancora montati? La soluzione potrebbe essere che tutti i beni comprati prima del 16 febbraio, lo sconto in fattura può essere applicato.
Altro nodo da sciogliere è la possibilità per le banche di “assorbire” i modelli F24 dei clienti per poter assimilare i 19 miliardi di crediti incagliati e fare ripartire i cantieri ad oggi bloccati per questo motivo. Non resta che attendere la prossime mosse del Governo per cercare di trovare una quadra a tutti gli effetti negativi generati dal superbonus 110% soprattutto per le imprese edili e per i cittadini che si sono fidati del sistema.
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