Partita Iva, le novità per gli autonomi che hanno figli

Partita Iva e figli al seguito, arrivano novità a partire da quest’anno. Ecco tutto quello che può essere utile conoscere, anche in sede di maggiori entrate.

Partita Iva e figli, il regime forfettario

Quando si lavora fuori casa, riuscire a gestire anche i figli a volte sembra davvero un terno a lotto. Ma importanti novità sono in arrivo per i lavoratori autonomi che sono anche genitori e appartenenti al regime forfettario. Prima di iniziare ricordiamo che sono lavoratori autonomi che aderiscono al regime forfettario coloro che:

  • conseguiti ricavi o percepito compensi non superiori a 85 mila anni. Si ricorda che prima della Legge di Bilancio 2023 l’importo massimo previsto era 65 mila euro;
  • sostenuto spese per un importo complessivo, non superiore a 20 mila euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto, comprese le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costitutivo da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari.

Il regime forfettario prevede l’attuazione di una tassazione agevolata del 15% oppure del 5% per le giovani partite Iva. In particolare si può usufruire del 5% per i primi cinque anni dell’attività individuale. Tuttavia sono state introdotte delle nuove regole. Infatti è stato introdotto un tetto di 100 mila euro quando viene superata l’uscita immediata già per l’anno in corso.

Partita Iva e figli, le novità

Con il nuovo anno 2023 però giungono delle buone notizie per le partite iva in regime forfettario. Infatti potranno beneficiare dell’assegno unico universale per figli a carico. Una bella novità per questa categoria di lavoratori. L’assegno unico universale è la misura economica a sostegno delle famiglie con figli a carico istituito con la legge delega 46/2021. L’assegno unico anche per quest’anno dipende dal valore dell’Isee del nucleo familiare. Si tratta di un sostegno economico alle famiglie attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni (al ricorrere di determinate condizioni) e senza limiti di età per i figli disabili.

Infine secondo quanto riportato sul sito dell’Inps, ente che lo eroga, spetta a tutte le categorie di lavoratori dipendenti (sia pubblici che privati), lavoratori autonomi, pensionati, disoccupati, inoccupati ecc. Quindi rientrano anche i lavoratori autonomi che aderiscono al regime forfettario, che potranno quindi presentare regolare richiesta.

Quando presentare la domanda?

Dal 1° marzo 2023, per coloro che, nel corso del periodo gennaio 2022 – febbraio 2023, hanno presentato una domanda di Assegno unico e universale per i figli a carico, e la stessa non sia stata respinta, revocata o decaduta o oggetto di rinuncia da parte del richiedente, l’INPS ha continuato a erogare d’ufficio l’assegno, senza la necessità di presentare una nuova domanda.

Per le domande presentate dal 1° marzo al 30 giugno 2023, l’Assegno unico e universale spetta con tutti gli arretrati a partire dal mese di marzo 2023. Per le domande presentate dopo il 30 giugno, l’Assegno decorre dal mese successivo a quello di presentazione ed è determinato sulla base dell’ISEE al momento della domanda.

 

Francesca Cavaleri

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Francesca Cavaleri
Tags: partita iva

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