Nel decreto Lavoro arriva un’importante novità per coloro che vogliono andare in pensione in anticipo, prevista infatti la proroga del contratto di espansione fino al 2025. Ecco come funzionerà la pensione anticipata.
Il contratto di espansione è stato introdotto per la prima volta in Italia nel biennio 2019-2020 e poi stato prorogato di volta in volta. La legge di bilancio 2022 aveva provveduto alla proroga fino al 31 dicembre 2023, ora con il decreto Lavoro si aggiunge questa ulteriore proroga fino al 2025.
Si applica alle aziende con più di 50 dipendenti e prevede la possibilità di uscita dal mondo del lavoro con 5 anni di anticipo rispetto all’età pensionabile. A voler essere precisi, possono accedervi i lavoratori che si trovano a non più di 60 mesi dal maturare i requisiti per la pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 di contributi) o anticipata. Il lavoratore riceve una pensione erogata dall’Inps ma di fatto pagata dal datore di lavoro attraverso una fideiusssione.
Il contratto di espansione prevede però un accordo tra l’impresa il Ministero del Lavoro e le rappresentanze sindacali maggiormente rappresentative. L’accordo va a disciplinare gli elementi essenziali del contratto di espansione, ad esempio i lavoratori interessati. Naturalmente i lavoratori devono uscire su base volontaria in modo anticipato dal lavoro, nessun lavoratore sarà obbligato a rispettare i piani del datore di lavoro. Il consenso deve essere fornito per iscritto.
Il lavoratore fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici riceverà un assegno pari al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, come determinato dall’Inps. Per tali periodi il datore di lavoro è obbligato anche al versamento dei contributi previdenziali.
Le aziende hanno la possibilità di offrire il contratto di espansione ai lavoratori a condizione che siano previste nuove assunzioni a fronte dei pensionamenti. L’obiettivo è fare in modo che le aziende possano avere lavoratori di più giovane età con esperienze professionali e formazione adeguata ai nuovi contesti lavorativi che negli anni sono molto cambiati. Insomma il contratto di espansione mira al ricambio generazionale in azienda.
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