La biglietteria dei musei ritorna nelle mani del ministero della cultura. E per farlo nasce la nuova piattaforma Ad arte per comprare i biglietti.
Durante le vacanze di Pasqua ed i ponti del 25 aprile e primo maggio le città italiane sono state prese d’assalto. E con loro anche i musei che hanno dimostrato come Pasqua e turismo sono andati di pari passo. Da Milano a Catania i musei statali sono stati aperti. L’iniziativa è stata voluta dal Ministero dei beni culturali è parte di un progetto più vasto per il rilancio del nostro patrimonio artistico e culturale.
Inoltre è stato indetto un concorso per il reclutamento di addetti nel settore con 518 nuovi profili. “I musei sono la geografia della Nazione”, dice il ministro Sangiuliano. Tuttavia il Ministero della Cultura rivendica la gestione della biglietteria dei musei. La nuova circolare del 9 maggio della Direzione Generali Musei, spiega il nuovo servizio di biglietteria che coinvolge tutti i 43 istituti autonomi.
A.D. Arte mira a mettere in rete le schede di musei e aree archeologiche statali, aperti al pubblico, ed è supportato anche da planimetrie parlanti che consentono una facile “lettura” dei luoghi interessati dal progetto. Le schede di accessibilità dei primi 80 luoghi sono consultabili in italiano e in inglese sul sito www.accessibilitamusei.beniculturali.it
A.D. Arte: Un sistema informativo per la qualità della fruizione dei beni culturali da parte di persone con esigenze specifiche. Nato per fornire informazioni certe e verificate sulle reali condizioni di accessibilità del patrimonio statale. Il progetto ha previsto l’ideazione, la realizzazione e la diffusione informativa di un sistema di analisi e rilevazione delle caratteristiche architettoniche e dei servizi rivolti ai visitatori con esigenze specifiche nei siti culturali italiani.
Il ministro ha posto l’accento sul lancio della nuova piattaforma pubblica Ad Arte. Il lancio sarà in versione app e web collegata al nodo di pagamento pagoPA. Consentirà ai musei autonomi di gestire direttamente la prenotazione e la vendita dei biglietti d’ingresso. Ma soprattutto facendo a meno dei concessionari dei servizi aggiuntivi, cioè delle imprese che operano per la valorizzazione, gestione dei beni e delle attività culturali.
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