Concorsi pubblici, con il decreto Pubblica Amministrazione salta l’orale

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Importanti novità nei concorsi pubblici, il decreto Pubblica Amministrazione prevede infatti la possibilità di saltare la prova orale e riserve di posti per il Servizio  Civile. Ecco cosa cambia per chi partecipa.

Concorsi pubblici, tra bando e assunzione ci saranno massimo 6 mesi

Che le pubbliche amministrazioni siano in affanno è ormai noto a tutti, manca il personale, il ricambio generazionale è fermo al palo, c’è bisogno di forza lavoro. Proprio per questo motivo nel decreto Pubblica Amministrazione ci sono importanti novità sulle procedure. In primo luogo le selezioni dovranno avere una durata massima di sei mesi, addio quindi alle lunghe procedure con prove distanziate di mesi e difficoltà ad arrivare all’assunzione, tutto dovrà essere risolto in un breve lasso di tempo.

La seconda novità importante è la possibilità di gestire le prove telematicamente.

Addio prova orale nei concorsi pubblici

La novità però più importante riguarda l’orale, infatti per 3 anni, cioè fino al 2026 sarà possibile organizzare concorsi pubblici che non prevedano lo svolgimento della prova orale. Questa possibilità viene però riconosciuta solo per i concorsi che mettano al bando posizioni non apicali all’interno dell’Amministrazione, in poche parole per i ruoli dirigenziali resta la necessità di superare anche la prova orale.

Le novità non finiscono qui, infatti anche per gli idonei cambiano le regole. Attualmente si prevede che risultino idonei tutto coloro che superano le prove di un concorso e di conseguenza è possibile essere assunti per scorrimento dalla stessa amministrazione o da altre amministrazioni. Con le nuove regole risultano idonei solo coloro che rientrano nella fascia del 20% dei posti dopo l’ultimo degli assegnati.

Riserva di posti per il Servizio Civile Universale

Il decreto Pubblica amministrazione prevede inoltre una quota di riserva di posti del 15% a coloro che hanno partecipato senza demerito al Servizio civile universale. Naturalmente potranno usufruire di questo beneficio solo coloro che hanno effettivamente superato le prove del concorso.

Restrizioni alla partecipazione per evitare posti non coperti

Per i concorsi nazionali unici la regola generale prevede che i candidati già dal momento della presentazione della domanda indichino per quale ambito territoriale (ad esempio Regione) intendono concorrere, mentre per i bandi che prevedono diverse posizioni è previsto il limite di iscrizione a un solo profilo.

L’obiettivo è formare delle graduatorie in grado di soddisfare le esigenze delle PA, infatti è capitato in precedenza che alcuni candidati avevano superato le prove per diversi profili, scelto quello più consono/conveniente rispetto alle proprie aspettative e altri posti erano rimasti non coperti.

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