In questi giorni si sta molto parlando del MES, Meccanismo Europeo di Stabilità, perché ratificato dall’Italia con i soli voti dell’opposizione. Questa scelta è stata in un certo senso necessaria, visto il continuo pressing dell’Unione Europea e la posizione ferma del Governo contro la ratifica. L’approvazione è avvenuta con i membri della maggioranza usciti dall’aula in seguito a parere favorevole alla ratifica espresso dal Ministero delle Finanze. Presenti ma astenuti i membri del M5S, Alleanza verdi e sinistra. Ma di cosa si tratta?
Il Mes istituito nel 2012 mediante un trattato intergovernativo, per essere efficace ha bisogno della ratifica degli Paesi Membri dell’Unione Europea. Questa parte è in realtà ratificata dall’Italia, la mancata ratifica vi è per le modifiche del 2021. Di fatto tutti l’hanno ratificato mentre l’Italia è arrivata con notevole ritardo. La ragione di questo ritardo è determinata dal fatto che da sempre il Meccanismo europeo di stabilità è stato guardato con una certa diffidenza, mentre Lega e Fratelli d’Italia sono sempre stati contrari. Più volte il Premier Giorgia Meloni ha ribadito che visto l’andamento dell’economica italiana e visto il Piano PNRR, all’Italia in questo momento il Mes non serve e soprattutto non c’è alcuna intenzione di utilizzarlo perché ritenuto “dannoso”. Ma cos’è esattamente il Mes?
La funzione fondamentale del Mes è fornire ai Paesi Membri assistenza finanziaria nel caso in cui si trovino in difficoltà, è però condizione necessaria che il debito pubblico del Paese sia considerato sostenibile.
Gli strumenti utilizzati possono essere prestiti sotto forma di un programma di aggiustamento macroeconomico o linee di credito precauzionali. Le principali decisioni inerenti il Mes e il suo utilizzo sono prese dal Consiglio dei Governatori, formato dai Ministri delle finanze dell’area euro. Il Mes opera a maggioranza qualificata rappresentante l’85% del capitale.
Sebbene l’Italia non abbia mai ratificato le modifiche al Mes, partecipa al fondo, infatti lo stesso è di oltre 700 miliardi di euro, di questi l’Italia ha sottoscritto un capitale di 125 miliardi circa e ne ha versati 14. Germania, Francia e Italia hanno diritti di voto superiori al 15 per cento e possono quindi porre il loro veto anche sulle decisioni prese in condizioni di urgenza.
I problemi veri nascono nel 2021 quando sono approvate modifiche al Mes, le stesse non sono mai state ratificate dall’Italia e da lì è partito il pressing da parte degli altri Paesi dell’unione Europea, infatti senza la ratifica dell’Italia il MES non può diventare operativo.
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