Obbligo ristrutturazione? No sono solo direttive europee, almeno per ora

Obbligo ristrutturazione non è poi così tanto scontato. Un pericolo per l’Italia che potrebbe ancora essere scampato, ed ecco il perché.

Obbligo ristrutturazione, cosa si prevede oggi?

I proprietari di casa sono sempre più spaventati dalle normative europee che riguardano il risparmio energetico negli immobili. Ad oggi secondo quanto previsto dalle legge europea l’obbligo di ristrutturazione delle case verrà per tutte le case e gli edifici di classe inferiore alla E. Mentre fin da ora tutti gli immobili dovrebbero muoversi verso una migliore efficienza energetica.

Ma la nuova legge europea prevede un adeguamento graduale:

  • entro il 2030 tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E;
  • entro il 2033 la classe energetica da raggiungere dovrà essere la D;
  • ed entro il 2040 si dovrà raggiungere un livello tale da garantire un parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050.

Ma non finisce qui perché le nuove direttive prevedono lo stop per sistemi ibridi e caldaie a condensazione entro settembre 2025. Ridefinendo così quelle che sono le nuove regole per i riscaldamenti e i sistemi da utilizzare.

Obbligo ristrutturazione e se non fosse davvero un obbligo?

L’Unione Europea sta puntando sempre più ad un miglioramento energetico di tutti gli immobili. Ma attenzione, ad oggi non è un vero e proprio obbligo. Infatti ad oggi non si tratta di leggi vere e proprie, ma solo di direttive. E quindi ad oggi non ci sono leggi europee o nazionali che prevedono l’obbligatorietà di queste ristrutturazioni da eseguire negli immobili. Certo è una strada che potrebbe essere perfettamente percorribile, e potrebbe anche diventare obbligatoria, ma non lo è ancora.

Anche perché il nostro Paese deve fare con un patrimonio artistico/immobiliare non di poco conto. Per questo motivo ci sono delle deroghe:

  • luoghi di culto;
  • edifici protetti di interesse storico o architettonico;
  • seconde case di villeggiatura;
  • fabbricati con superficie entro i 50 metri quadri;
  • edifici dell’edilizia sociale pubblica in cui le ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti non compensati da maggiori risparmi sulle bollette energetiche (in questo caso la decisione spetterà ai singoli Stati membri).

Quando potrebbero diventare obbligatorie le direttive?

La verità è che l’ufficialità delle direttive green Ue non ha ancora una data certa. Anche gli esperti dei singoli Stati europei evidenziano le difficoltà di applicazione del sistema. Non solo in termini di costi, si deve considerare che in Italia molti immobili hanno una classe energetica ben lontana da quella stabilita. Nel nostro Paese sono anche caduti diversi bonus legati al mondo delle ristrutturazioni e dell’edilizia. Altre misure sono state ridotte come il superbonus passato dal 110% al 90%. Non resta quindi che aspettare cosa e come diventerà legge e cosa no.

 

 

 

 

Francesca Cavaleri

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