Il saldo dei conti correnti degli italiani non promette niente di buono. Tra crisi economica, inflazione, difficoltà lavorative e diverse necessità i risparmi sono diminuiti.
Non finiscono i tempi duri per gli italiani. Da uno studio dei conti correnti sembra che i risparmi degli italiani stiano piano piano affievolendosi. Secondo le ultime analisi i dati non sono per niente favorevoli. Anzi evidenziano una situazione in cui le famiglie e le imprese devono sempre attingere ai risparmi personali per far fronte alle varie difficoltà nella vita quotidiana. Il saldo dei conti correnti di famiglie ed imprese è calato di 61 miliardi.
Soprattutto dalla fine del 2022 ad oggi il saldo registra sempre più valori negativi. Questo perché buona parte dei depositi sono stati intaccati dal bisogno di rispondere alle esigenze giornaliere. Si ricorda che occorre fare i conti con un costante aumento del livello generale dei prezzi (inflazione) e l’incremento del costo del denaro e dei tassi di interesse (con mutui e prestiti sempre più cari). Invece non è salita la remunerazione dei depositi, cioè gli interessi da corrispondere sui soldi “conservati” in banca.
Nei conti correnti degli italiani gli interessi corrisposti sui depositi sono molto bassi, Mentre aumenta la perdita del potere d’acquisto per via dell’inflazione. Quindi l’inflazione non è altro che una tassa occulta sulla liquidità. La soluzione secondo Lando Sileoni, Presidente FABI, occorre scegliere forme di deposito che garantiscono un pò di interesse. Insomma occorre ridare soldi agli italiani affinché possano ritornare ad una situazione pre-covid e crisi.
Altra scelta sensata sarebbe quella della BCE di evitare di alzare ancora i tassi. Le banche centrali come la BCE usano le variazioni del tasso di sconto per dirigere e influenzare l’economia di un paese, cercando di stimolare la crescita e mantenere la stabilità. Il più comune è l’uso di una politica monetaria restrittiva da parte delle autorità monetarie. Infatti riducendo l’offerta di moneta all’interno di un’economia o aumentando i tassi di interesse, la spesa con tutta probabilità si riduce. Ma in questo momento questi effetti non si stanno avendo, almeno in Italia.
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