La riforma delle pensioni è ancora al centro dell’attenzione e tra le ipotesi allo studio c’è l’assegno di garanzia, o pensione di garanzia, ma di cosa si tratta e come dovrebbe funzionare?
I sindacati hanno più volte lanciato l’allarme: c’è una generazione, quella degli attuali quarantenni che rischia di avere una pensione da fame. Il rischio deriva da diversi fattori, in primo luogo le crisi economiche che hanno attrraversato gli ultimi decenni che hanno creato per moltissimi carriere discontinue che non hanno consentito di accumulare contributi, i numerosi contratti precari che hanno caratterizzato gli ultimi anni, l’entrata in vigore in pieno per questa generazione del sistema di calcolo contributivo, le poche nascite che faranno in modo che quando gli attuali quarantenni andranno in pensione ci sarà poca forza lavoro attiva.
I sindacati sottolineano che per questa categoria di persone si deve trovare fin da ora una soluzione, il rischio è che abbiano tutele davvero irrisorie. Tra le soluzioni che stanno prendendo piede vi è l’assegno di garanzia.
La proposta dei sindacati arriva in seguito alla pubblicazione di uno studio della Corte dei Conti che sottolinea le difficoltà a cui andranno incontro coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 (riforma pensionistica). Per loro ci sono forti disparità e se i lavoratori di alcuni settori, ad esempio lavoratori del settore pubblico, quindi più stabili possono tirare un sospiro di sollievo, non è così per gli altri.
Il montante maturato da alcuni lavoratori è molto penalizzante, si tratta soprattutto di coltivatori diretti, ma anche parasubordinati e disoccupati. All’interno delle varie categorie appaiono poi ulteriormente penalizzate le donne.
La proposta dei sindacati per questi lavoratori è fare in modo che possano contribuire al calcolo del montante anche i periodi di disoccupazione, formazione e che quindi si possano integrare i periodi di fermo all’interno di carriere discontinue.
Il problema vero è trovare fondi per poter finanziare l’assegno di garanzia o pensione di garanzia. Proprio per questo si cerca di incentivare forme di pensione integrativa pagate dallo stesso lavoratore.
Il prossimo incontro tra Governo e sindacati si terrà il 15 luglio ed è probabile che si posa andare avanti nella trattativa. Ricordiamo che per ora sembra che sia accantonata l’ipotesi di una riforma strutturale per il 2024. Molto probabilmente sarà prorogata Quota 103, mentre vi sono forti dubbi per Opzione donna che potrebbe essere sostituita dalla misura Over 60.
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