Cassa integrazione a causa del caldo, si lavoro sul decreto

Cassa integrazione a causa del caldo si lavora su un decreto che possa favorire lo smart working ed orari di lavoro più flessibili, ecco le novità.

Cassa integrazione a causa del caldo, come nel caso del Covid

La cassa integrazione a causa del caldo potrebbe essere un aiuto in questi giorni di afa, soprattutto nelle regioni del centro Sud e nelle isole. Con picchi fino a 45 gradi, lavorare fuori, sulle strade o nei campi, è praticamente impossibile. Per questo motivo il Ministro del lavoro, Marina Calderoneha proposto di estendere lo smart working a chi può svolgere le proprie attività da casa propria.

Anche il Presidente di Confindustria, Bonomi, ribadisce che serve un protocollo per i lavoratori che non possono svolgere regolarmente le loro attività a causa del troppo caldo. Del resto sarebbe una procedura già avviata e rotata dalle misure prese durante il periodo del Covid. Nel frattempo anche l’INAIL e il CNR hanno lanciato un sistema per indicare i rischi del caldo attraverso dei bollini. Questi indicatori saranno rossi nelle aree con più calore e indicheranno che i lavoratori non possono svolgere la propria mansione. Lo stop dovrebbe scattare quando la temperatura sale sopra i 35 gradi.

Cassa integrazione a causa del caldo, i lavoratori nei campi

Il caldo può dare diritto alla Cassa integrazione ordinaria. Secondo l’Inps, infatti, “le temperature eccezionalmente elevate, e superiori a 35°, che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore“, possono portare al trattamento di integrazione salariale. Lo prevede, dal 2017, il decalogo dell’Inail sul lavoro in caso di alte temperature.

Per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori secondo la Coldiretti occorre adottare delle strategie ad-hoc che preservano tanto la salute dei lavoratori che la qualità del prodotto. In campo che rischia di andare irrimediabilmente perduto, dall’utilizzo dei dispositivi di protezione allo stop alla raccolta nelle ore più calde fino al lavoro notturno. Nelle varie realtà locali, anche a fronte delle sempre spesso più ricorrenti ordinanze comunali che in presenza di temperature particolarmente elevate dispongono la sospensione delle attività all’aperto.

Il settore dell’edilizia e il personale medico

Dalla Cgil poi è arrivato un appello, in particolare, per i lavoratori edili. “Le alte temperature stanno mettendo a dura prova i trentamila lavoratori del comparto edile e, anche se non da parte di tutte le imprese, stiamo registrando una non adeguata responsabilità sui rischi per la salute e la sicurezza che si corrono quotidianamente nei cantieri edili in tutta la Sardegna”, ha detto la segretaria regionale di Fillea Cgil, Erika Collu, che fa un appello affinché vengano messe in pratica tutte le azioni necessarie per preservare i lavoratori.

Sotto pressione anche il personale medico che deve fare fronte a tutti coloro che si rivolgono alla struttura pubblica a causa di malori dovuti al caldo. A ciò si aggiunge che un medico su tre è in ferie. Molti gli ambulatori chiusi e oltre la metà del personale è costretto ad aumentare il proprio turno.

Francesca Cavaleri

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