I settori del turismo e dell’agricoltura sono sempre più in affanno perché non riescono a trovare manodopera soprattutto per il periodo di più intenso lavoro, cioè in estate. Proprio per far fronte a queste necessità c’è il nuovo decreto flussi ( con il decreto Cutro ha validità triennale) che prevede l’ingresso in Italia di oltre 450 mila lavoratori nel prossimo triennio.
Gli ingressi regolari previsti nel prossimo triennio saranno mirati a coprire la mancanza di lavoratori in determinati settori, in particolare ci saranno ingressi nel settore dell’assistenza socio sanitaria che richiede sempre più personale visto che l’Italia ha un’aspettativa di vita alta, poche nascite e un’età media sempre più elevata. Non solo.
Mancano idraulici ed elettricisti, insomma i classici lavori manuali che pur essendo molto remunerativi appaiono essere poco attraenti per gli italiani. Mancano lavoratori anche nel settore della cantieristica navale e nel settore edile anche se a questo proposito le imprese edili si lamentano perché sostengono di dover lasciare a casa i lavoratori a causa dei blocchi determinati dai problemi con il Superbonus. Una pressante domanda arriva anche dal settore autotrasporti.
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Il decreto flussi prevede che siano stipulati accordi di ingresso in Italia con i Paesi di provenienza dei migranti. Si tratta di flussi regolari rispondenti alle esigenze delle imprese che chiedono lavoratori. È previsto che i Paesi di origine rilascino il Nulla Osta ai fini dell’ingresso in Italia per lavoro stagionale o pluriennale.
Ricordiamo che questo è l’unico modo per entrare in Italia in modo regolare, oltre che chiedendo asilo, e quindi non essere considerati clandestini.
Gli ingressi previsti per il prossimo triennio sono:
I numeri sono sicuramente importanti, ma deve essere sottolineato che rappresentano circa il 50% del fabbisogno dichiarato dalle aziende, sembra infatti che manchino circa 833 mila lavoratori. Per il solo 2023 il fabbisogno rilevato è di 274.800 a fronte dei 136 mila ingressi programmati. In via urgente rispetto al decreto di dicembre sono stati integrati, per il 2023, 40.000 lavoratori.
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