A settembre molte famiglie rischiano di perdere parte dell’assegno unico e universale e vedersi riconosciuti solo gli importi minimi. A renderlo noto è l’Inps con il Messaggio 2856 del 1° agosto 2023. Ecco perché e come evitare che questo accada.
L’Assegno unico ha fatto il suo ingresso nel nostro sistema welfare nel mese di febbraio 2022, è ormai una realtà consolidata. L’obiettivo era eliminare vari bonus e contributi e dare alle famiglie con figli un supporto economico costante e mensile calibrato su reddito Isee, età e numero dei figli. È l’Inps a erogare l’Assegno Unico e Universale.
Nel Messaggio si precisa che “La domanda di Assegno unico e universale è istruita e liquidata dall’INPS sulla base dell’attestazione ISEE, ancorché recante omissioni/difformità (c.d. ISEE difforme), relativamente ai dati del patrimonio mobiliare e/o ai dati reddituali dichiarati.” Specifica però che “A partire dalla competenza di settembre 2023, la presenza di omissioni/difformità nell’attestazione ISEE comporterà l’attribuzione degli importi minimi previsti dall’articolo 4, commi da 1 a 8, del decreto legislativo n. 230/2021.”
L’Inps, come risaputo ha una banca dati da cui emergono i dati dei contribuenti quindi anche semplicemente interrogando il sistema si palesano omissioni e difformità. Questo implica che il beneficiario avrà lo stesso trattamento previsto per coloro che decidono di presentare istanza per l’Assegno unico ma non allegano alla domanda il reddito Isee.
Si sottolinea che non vi sarà semplicemente una decurtazione sull’assegno di settembre. L’Inps attraverso i contatti che sono presenti nella scheda dei vari utenti, provvederà ad inviare una comunicazione tramite SMS o tramite e-mail nella quale si conferma la presenza di omissioni o errori. Naturalmente l’utente può correggere l’errore e di conseguenza non perdere gli importi.
La nuova DSU ( Dichiarazione sostitutiva Unica) può essere presentata entro il termine di scadenza della stessa DSU che presenta difformità o errori. In questo caso è prevista anche la corresponsione delle integrazioni eventualmente dovute per il periodo in cui l’assegno unico è stato corrisposto al minimo. Si ha lo stesso effetto anche nel caso in cui il beneficiario produca documentazione probante la regolarità dell’Isee, validata dalla struttura Inps territorialmente competente o presenti un Isee di rettifica rispetto alle precedenti dichiarazioni.
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