SMS truffa reddito di cittadinanza, come evitare di cascarci

Nei giorni scorsi molti cittadini, percettori di reddito di cittadinanza, hanno ricevuto un SMS attraverso il quale veniva comunicato lo stop all’erogazione dello stesso già a partire dal mese di agosto. Sono partite polemiche ed è stato necessario allertare le prefetture perché si temevano reazioni violente. Un altro fenomeno si è però ben presto palesato, cioè gli SMS truffa dell’INPS. Ecco come distinguerli da quelli veri.

SMS truffa reddito di cittadinanza, a cosa fare attenzione

L’Inps ha inviato il messaggio inerente la sospensione del reddito di cittadinanza a coloro che lo hanno percepito in modo ininterrotto dal mese di gennaio 2023 il reddito di cittadinanza e ritenuti occupabili. Nuclei con minori e invalidi potranno invece continuare a percepirlo, almeno per ora.

Nello stesso SMS i cittadini sono invitati a rivolgersi ai servizi sociali per la presa in carico. Sappiamo che nei prossimi mesi prenderanno il via corsi di formazione per la ricollocazione nel mondo del lavoro. Da molti questo sms è stato definito bullismo istituzionale. In realtà la norma che prevede le nuove regole è stata scritta mesi fa, trova applicazione nei termini previsti e di fatto anche senza sms vi erano tutte le carte in regola per sospendere il pagamento. Ciò che invece sta creando scompiglio è il falso sms che apparentemente arriva dall’INPS.

Leggi anche: Allarme Reddito di cittadinanza, lo stop genera proteste

SMS truffa reddito di cittadinanza, a cosa stare attenti

Le truffe tramite SMS e e-mail phishing sono ormai all’ordine del giorno. L’SMS truffa apparentemente arriva dall’INPS, in esso si comunica la revoca dei benefici e si invita l’utente a cliccare su un link per avere ulteriori informazioni.

Proprio questa è l’operazione da non compiere. Seguendo il link si viene invitati a inserire dei dati personali che arrivano quindi nelle mani di hacker che utilizzeranno tali dati per operazioni illecite.

Nel caso in cui si riceva tale sms è necessario non cliccare sul link, non fornire mai dati a nessuno, in particolare i dati bancari, ma anche password, infine è bene presentare denuncia alla polizia postale.

Leggi anche: L’Agenzia delle Entrate approda su Instagram “enonsiamosemprefiscali”

Nadia Pascale

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