Inizia la scuola e si ritorna tra i banchi, ma all’appello mancano i docenti ed il personale in molti istituti. Mancano anche gli insegnanti di sostegno.
Suonano le campanelle di molti istituti e così dopo le vacanze estive si ritorna a scuola. Ma c’è un problema, mancano alcuni professori, il personale Ata e anche gli insegnanti di sostegno. Quest’ultimi poi più degli altri dovrebbero essere ai loro posti visto che si tratta di bambini o ragazzi che hanno bisogno del loro aiuto per integrarsi con la classe di cui fanno parte. Ma cosa sta succedendo in Italia e perché mancano così tanti insegnanti?
Tra le varie cause le lunghe graduatorie per cui chi può sceglie lavori differenti. Magari ben pagati e liberi già da subito senza doversi spostare in altre città. Cresce anche il numero di chi preferisce lavorare negli istituti privati piuttosto che insegnare nella scuola pubblica.
Secondo Repubblica, c’è una scuola a Roma dove mancano 75 docenti. Un numero che rappresenta un quarto del corpo dovente. E riaprirà «con orario ridotto», in attesa «dell’arrivo dei supplenti». Si tratta dell’Emilio Sereni, un istituto tecnico agrario con sede centrale a Ponte di Nona e succursale alla Bufalotta. I numeri, ufficializzati dall’Ufficio Scolastico Regionale, parlano di 9mila insegnanti da reperire in tutto il Lazio (6mila solo a Roma). Questo nonostante le 5mila immissioni in ruolo annunciate in estate. A mancare sono anche 1.500 collaboratori scolastici.
Mentre gli insegnanti di sostegno mancano principalmente nelle regioni del Nord Italia, tra cui Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte a seguire Campania, Puglia e Sicilia.
Le materie più colpite per la carenza di insegnanti restano italiano, storia e geografia. Ma non solo, si cercano 800 docenti di Matematica e fisica, quasi 800 ingegneri e informatici per insegnare elettronica, informatica e meccanica e oltre mille docenti di laboratorio alle scuole superiori. Docenti tecnici che spesso trovano lavoro nelle multinazionali, anche all’estero, e lasciano il nostro Paese.
Secondo le stime dei sindacati della scuola, a settembre i dirigenti degli ambiti territoriali, gli ex provveditorati agli studi, dovranno nominare un numero di supplenti variabile tra i 200mila e i 240mila. Ma è complesso il meccanismo di assegnazione delle cattedre. Perché quelle libera, vengono divise in due grossi blocchi: i precari e i vincitori degli ultimi concorsi.
Ma le liste provinciali dei precari sono ormai vuote in diverse discipline di insegnamento. Per l’insegnamento di Italiano, storia e geografia alla scuola media occorre coprire 5.775 cattedre ma, secondo il motore di ricerca del ministero, nelle Gae non ci sono più candidati. Stesso discorso per Matematica e Scienze alla scuola media, dove occorrerebbe nominare 3.185 nuovi assunti. Occorrono professori ben preparati perché l’istruzione in un Paese è un fattore fondamentale di crescita
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