Pensioni, via libera dell’Inps al Bonus Maroni con aumento in busta paga

La legge di bilancio 2023 ha previsto la possibilità per coloro che potrebbero andare in pensione e decidono di posticipare, di ottenere il bonus Maroni, l’Inps con la circolare 82 del 2023 ha provveduto a sbloccare il bonus Maroni e di conseguenza sarà ora possibile fare richiesta. Ecco come funziona.

Bonus Maroni, aumento in busta paga per chi posticipa la pensione

La spesa pensionistica è alle stelle, nonostante questo sono disponibili scivoli pensionistici per andare in pensione prima, allo stesso tempo al fine di disincentivare l’uso di tali strumenti, la legge di bilancio 2023 ha previsto la possibilità di rinunciare, o meglio posticipare, il pensionamento e accedere al bonus Maroni.

Il Bonus Maroni si rivolge a coloro che hanno maturato i requisiti per il pensionamento con Quota 103, in questo caso chi decide di rimanere al lavoro rinuncia all’accredito contributivo con riconoscimento dell’importo equivalente in busta paga. L’incremento in busta paga è pari al 9,19% del proprio stipendio che rappresenta la quota di contributi a carico del lavoratore.

Bonus Maroni può essere annullato dal taglio del cuneo fiscale

Occorre però prestare attenzione perché la misura potrebbe andare a divergere con il taglio del cuneo fiscale, infatti fino alla fine dell’anno è in vigore il taglio degli oneri contributivi a carico del lavoratore per le retribuzioni fino a 35 mila euro. Il taglio corrisponde al 7% per i redditi fino 25 mila euro e del 6% per quelli tra 25 e 35 mila. Per questi soggetti di conseguenza i reali vantaggi economici che i lavoratori possono ottenere dal Bonus Maroni sono quasi nulli.

Come ottenere l’aumento in busta paga

L’istanza per ottenere il Bonus Maroni deve essere presentata all’Inps online tramite il sito dell’Istituto accedendo con le proprie credenziali Spid, Cie o Cns. In alternativa è possibile rivolgersi a un patronato o chiamare il l numero verde 803164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06164164 (da rete mobile a pagamento in base alla tariffa dei vari gestori). L’Inps deve analizzare la domanda entro 30 giorni. In caso di accettazione, il datore di lavoro è sollevato dall’obbligo di versare i contributi della quota I. V.S. (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) a carico del lavoratore e versa tali importi al lavoratore direttamente in busta paga mensilmente.

Ricordiamo che Quota 103 consente il pensionamento con 62 anni d’età e 41 di contribuzione, quindi con 5 anni di anticipo rispetto ai requisiti richiesti con la legge Fornero che resta la disciplina ordinaria per andare in pensione.

Leggi anche: Pensione minima, quali sono gli aumenti previsti?

Nadia Pascale

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