Concluso il percorso di approvazione in Commissione del nuovo Statuto del contribuente che arriverà in Consiglio dei ministri per l’approvazione finale. Non si prevedono colpi di scena. Ecco quale sarà il suo contenuto.
Il nuovo Statuto del contribuente è una sorta di amico del cittadino perché prevede maggiori misure di tutela rispetto alla versione ora in vigore. L’obiettivo principale è creare una interlocuzione costante tra contribuente e Fisco. In questo modo sarà possibile ridurre il contenzioso tributario e di conseguenza snellire i processi e renderli più celeri.
La prima cosa da sottolineare che lo Statuto dei contribuenti sarà parificato, per forza di legge, alla Costituzione.
Nello Statuto entreranno anche le norme relative alla semplificazione delle dichiarazioni dei redditi e le nuove scadenze unificate.
Prevista all’interno del nuovo pacchetto di norme anche la figura del Garante Nazionale.
Maggiore relax per i contribuenti, infatti l’Agenzia delle Entrate non potrà inviare comunicazioni durante e ferie natalizie e quelle estive.
Al fine di ridurre il contenzioso viene inoltre rafforzato il potere di autotutela, si tratta della possibilità per l’amministrazione finanziaria di riesaminare un atto e nel caso revocare o annullare atti che presentano “difetti” in quanto illegittimi o infondati. Anche oggi è prevista la possibilità di agire in autotutela, ma di fatto i funzionari spesso evitano per evitare penalizzazioni. Con il nuovo Statuto del contribuente sarà invece obbligatorio agire in autotutela.
Nel nuovo Statuto viene introdotto lo «schema» di avviso si tratta di una bozza che ha l’obiettivo di incardinare un dialogo tra Fisco e contribuente, anche in questo caso l’obiettivo è ridurre il contenzioso.
Viene confermato il principio della irretroattività delle norme di diritto tributario. Sono, infine, individuati 5 ipotesi di invalidità degli atti di accertamento e riscossione: irregolarità, annullabilità, nullità, inutilizzabilità o inesistenza.
Nel nuovo Statuto non mancano norme a tutela della privacy si prevede infatti il divieto di rendere noti i dati dei contribuenti anche acquisiti tramite la interoperabilità delle banche dati.
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