No all’assegno di inclusione, l’INPS bocciata circa il 26% delle domande

No all’assegno di inclusione per circa il 26% delle domande presentate a causa di errori più o meno comuni, quindi attenzione.

No all’assegno di inclusione, bocciate molte domande

Il sostituto del reddito di cittadinanza si chiama assegno di inclusione. L’importo è destinato a famiglie con ISEE molto basso, in cui sono presenti minorenni, disabili o anziani con più di 60 anni. In pratica il sussidio è riservato a chi non può lavorare e può arrivare fino a 780 euro al mese, contributo per l’affitto compreso. In particolare si tratta di famiglie con minori o anziani over 60 o disabili e che hanno l’Isee al massimo di 9.360 euro e reddito massimo di €6.000.

I requisiti per l’assegnazione sembrano abbastanza chiari, ma ciò nonostante l‘INPS evidenzia che ben il 26% delle domande presentate sono state respinte. L’Inps ha respinto 117.461 domande per l’Assegno di inclusione sulle 446.256 presentate. La circolare fa notare che le domande sono state respinte per mancanza di requisiti.

No all’assegno di inclusione, l’errore nella DSU

Tra le principali cause risultano: esito negativo sopra soglia su Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica), superamento delle soglie di reddito, omessa dichiarazione dell’attività lavorativa. La dichiarazione sostitutiva unica è l’elemento base, anche per la richiesta dell’ISEE. In essa infatti sono presenti i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali del nucleo familiare.

I dati contenuti nella DSU sono:

  • in parte autodichiarati (come i dati anagrafici e i beni patrimoniali posseduti al 31 dicembre del secondo anno precedente a quello di presentazione della dichiarazione);
  • in parte acquisiti dall’Agenzia delle Entrate (reddito complessivo ai fini IRPEF) e da INPS (trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, erogati dall’INPS per ragioni diverse dalla condizione di disabilità e non rientranti nel reddito complessivo ai fini IRPEF).

Quindi è sempre bene prestare attenzione prima di inviare la domanda, che tutti i dati siano corretti, altrimenti come visto l’INPS boccia la richiesta per l’assegno di inclusione.

Altri errori molto comuni

Altro errore è quello di presentare una richiesta nonostante il superamento delle soglie di reddito. Si ricorda che l’Isee al massimo deve essere pari a 9.360 euro e reddito non superiore a 6.000 euro. Questo dato è semplice da verificare, perché lo stesso ente a cui ci si rivolge per la preparazione dell’Isee verifica l’importo, quindi presentare una domanda, per poi farla bocciare non ha molto senso.

Ultimo errore, comune se può spesso volontario del contribuente è l’omessa dichiarazione dell’attività lavorativa. Attenzione perché l’omessa dichiarazione è reato previsto dal d. lgs. n. 74/2000. Infatti l’omessa dichiarazione dei redditi si configura quando il contribuente non presenta al fisco le dovute dichiarazioni, indicando volontariamente i redditi percepiti nel periodo di imposta, al fine di non far determinare la relativa tassazione. Pertanto si consiglia di prestare massima attenzione quando si richiedere l’assegno di inclusione o tutti gli altri aiuti previsti dal Governo.

Francesca Cavaleri

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