Dal 15 giugno i titolari di partita Iva possono aderire al concordato preventivo biennale, ma mancano ancora di decreti attuativi. Nel frattempo spunta una nuova ipotesi, cioè una sorta di flat tax incrementale sui redditi proposti per l’accordo.
Il concordato preventivo biennale prevede un accordo tra Fisco e contribuente sulla tassazione da applicare per due anni. In teoria dovrebbe essere già disponibile il decreto attuativo in cui sono indicate le regole per la determinazione della base imponibile sulla quale applicare la tassazione. Dopo le numerose polemiche c’è però un evidente ritardo.
Le polemiche sono state generate nei mesi scorsi dalle prime anticipazioni su quello che doveva essere il metodo di calcolo della base imponibile, questa infatti era determinata in base ai redditi dichiarati negli anni precedenti, ma soprattutto sul punteggio Isa. Per i contribuenti con un punteggio Isa basso si prospettava una batosta non da poco.
A ciò si aggiunge che la base imponibile avrebbe tenuto conto anche della crescita del Paese. Questo ha generato timore per le partite Iva perché, per forza di cose, per tutti i contribuenti si prevede un aumento della tassazione rispetto agli anni precedenti. Proprio per questo sembra sia allo studio un’ipotesi di flat tax incrementale. L’obiettivo è rendere meno svantaggiosa l’adesione al concordato che, ricordiamo, in base agli obiettivi fissati dal Governo dovrebbe essere una misura di contrasto all’evasione. Inoltre la riduzione delle tasse e quindi la politica fiscale del 2025 sarà in gran parte legata all’andamento delle adesioni.
La flat tax incrementale per il concordato preventivo biennale dovrebbe prevedere un’aliquota di favore, piatta, sugli incrementi di redditi oggetto di concordato rispetto ai redditi dichiarati negli anni precedenti.
La proposta risulta ben accetta anche dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.
Questa non è l’unica novità che sembra essere in arrivo, infatti, molto probabilmente il termine di adesione non sarà fissato il 15 ottobre, ma il 31 ottobre 2024. In questo modo i titolari di partita Iva avranno più tempo per capire come muoversi e valutare la proposta di concordato preventivo biennale.
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