Per molti dimagrire è un fatto meramente estetico e di conseguenza pensano che le spese per lo specialista in nutrizione, nutrizionista, non possano essere portate in detrazione. A chiarire il trattamento fiscale è invece l’Agenzia delle Entrate. Vediamo in quali casi sno ammesse le detrazioni spese nutrizionista.
L’aumento di peso è generalmente è generalmente legato a una cattiva alimentazione o ad altre patologie che rallentano il metabolismo e di conseguenza è spesso è correlato a problemi di salute. In genere i problemi di peso portano colesterolo, diabete, problemi cardiaci, problemi alla circolazione, problemi osteoarticolari. Per il Sistema Sanitario Nazionale si tratta di un vero e proprio salasso legato ad abitudini alimentari errate.
Il ricorso al nutrizionista insegna alle persone a mangiare in modo sano, ad avere il giusto apporto calorico in base anche allo stile di vita e di fatto tutela la salute prevendendo numerosi problemi e in alcuni casi andando anche a risolverne alcuni. Proprio per questo il ricorso allo specialista non deve essere considerato una scelta volta a tutelare l’estetica, ma una scelta di salute. Ne consegue che le spese possono essere portate in detrazione. A confermarlo è l’Agenzia delle Entrate e che attraverso la rubrica FiscoOggi ha risposto a un contribuente.
Il contribuente chiede: Vorrei sapere se è possibile detrarre le spese per il nutrizionista nella dichiarazione dei redditi 730.
L’Agenzia delle Entrate conferma che le spese sostenute per le prestazioni rese alla persona dai biologi nutrizionisti sono detraibili dall’Irpef, senza necessità di prescrizione medica, nella misura del 19% (per la parte che eccede la franchigia di 129,11 euro).
Per poter ottenere la detrazione fiscale per le spese del nutrizionista è necessario avere una ricevuta in cui si può desumere chi è il professionista che ha erogato la prestazione e la descrizione della prestazione stessa. Si ricorda, inoltre, che per le spese sanitarie, è necessario utilizzare strumenti di pagamento tracciabili nel caso in cui la spesa sia sostenuta presso strutture/professionisti privati non convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale. In caso contrario, cioè prestazioni erogate presso strutture pubbliche o private in convenzione non è necessario utilizzare strumenti di pagamento tracciabili e si può effettuare il pagamento in contanti.
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