Prezzo del pellet 2024, ecco quanto costerà riscaldarsi

Dopo i forti squilibri che nel 2022 hanno creato allarme tra i consumatori, il prezzo del pellet 2024 si conferma stabile con leggera flessione verso il basso anche nel 2024, ecco cosa aspettarsi per la prossima stagione.

Prezzo del pellet 2024, fattori determinanti

Siamo in piena estate, ma questo è il momento migliore per iniziare a indagare i prezzi del pellet e cercare di risparmiare. Il 2022 è stato per il pellet un anno a dir poco infernale con prezzi saliti alle stelle che hanno portato molti consumatori a dubitare della scelta fatta e voler tornare a fonti di riscaldamento alternative. A influenzare i prezzi del pellet, previsti stabili rispetto al 2023, ci sono diversi fattori, tra questi l’inverno mite che nel 2023 ha portato una riduzione della domanda, si attende un ulteriore inverno mite con domanda non particolarmente elevata i prezzi tendono a non aumentare.

Deve essere sottolineato che la produzione di pellet in Italia è molto ridotta, questo implica che è necessario importare il pellet e ciò incide sul prezzo finale in modo pesante. Proprio per questo motivo in Nord Italia si possono trovare prezzi inferiori rispetto al Sud dove le spese di trasporto sono maggiori.

Un ulteriore fattore determinante è la produzione di pellet negli Stati Uniti che nel 2023 ha raggiunto livelli record, con esportazioni più che raddoppiate andando a soppiantare la produzione Russa. Naturalmente l’offerta elevata riduce il prezzo.

Prezzo del pellet 2024, differenze tra i vari marchi

Il prezzo oscilla tra 3,50 euro al sacchetto a 5,20 euro, si tratta di prezzi in linea con quelli precedenti alla crisi del 2022.

A generare tali variazioni sono diversi elementi, come l’umidità, il materiale utilizzato, ad esempio faggio o conifere (abete).

Influenzano il prezzo anche le certificazioni, un pellet certificato è più sicuro, ma allo stesso tempo ha un prezzo più elevato.
Un buon risparmio può arrivare dalla quantità, infatti, per forniture di una certa entità generalmente sono applicati degli sconti. In alternativa per chi ha spazi asciutti in cui riporre il pellet, un’altra soluzione può essere la vendita di prodotto sfuso.

In ogni caso il consiglio è quello di richiedere diversi preventivi e valutare tutti gli elementi che possono incidere anche sulla resa del pellet. Un buon pellet infatti costa di più ma generalmente ha una migliore resa, ad esempio impiega minore tempo a raggiungere la temperatura impostata e di conseguenza vi è un minore consumo di pellet.

La qualità del pellet incide anche sulla quantità di cenere prodotta e quindi sulla funzionalità e manutenzione della stufa.

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Nadia Pascale

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