Il Governo scarica la responsabilità di questo nuovo balzello sull’Unione Europea, ma la realtà è che presto potrebbe arrivare un aumento delle tasse sul diesel che dovrebbe portare maggiori entrate per 2 miliardi di euro. I risvolti dell’aumento diesel potrebbero essere notevoli e ricadere anche su altri settori. Ecco di cosa si tratta.
All’interno del dossier Tax expenditures (piano del Governo che mira a eliminare gli incentivi fiscali che supportano settori inquinanti) spunta l’allineamento delle accise praticate sul diesel a quelle sulla benzina.
Attualmente le accise sulla benzina valgono 72,8 centesimi al litro, quelle applicate sul diesel 61,7 centesimi. Si tratta di una quota importante del prezzo, visto che in questo periodo la benzina al self costa circa 1,72 euro al litro e il diesel 1,62 euro al litro. Prezzi sono più alti in caso di rifornimento in autostrada.
In caso di allineamento l’aumento previsto per le sole accise sarebbe di 11,1 centesimi. A questo aumento si applica anche l’Iva quindi l’aumento effettivo al litro sarà più elevato.
L’aumento è previsto all’Interno del Piano Strutturale di Bilancio presentato all’Ue e che indica misure per il rientro dal debito pubblico.
Il piano prevede allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina e/o politiche di riordino delle agevolazioni presenti in materia energetica, come leva strategica per conseguire simultaneamente gli obiettivi di incremento dell’efficienza del sistema fiscale italiano e sostegno al pieno raggiungimento della strategia di transazione energetica e ambientale a livello europeo e nazionale.
L’obiettivo quindi è favorire la transizione energetica e quindi la svolta green incentivando l’acquisto di auto più ecologiche. Ricordiamo che dal 2035 vige anche il divieto di immettere in circolazione auto diesel proprio a causa dell’elevato inquinamento prodotto.
L’aumento delle accise sul diesel potrebbe avere importanti risvolti, infatti, ci potrebbero essere conseguenze sul comparto del trasporto su gomma e di conseguenza aumento dei prodotti di largo consumo e soprattutto prodotti alimentari. Questi ultimi sono dovuti anche all’intenso uso di gasolio in agricoltura.
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