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Quoziente familiare, cos’è e quali vantaggi e svantaggi porta

La legge di Bilancio per il 2025 ripropone il Quoziente familiare. Concetto non  nuovo, infatti, se ne è parlato anche in passato, ma di cosa si tratta e come funziona, o meglio come dovrebbe funzionare?

Il quoziente familiare e le tasse per chi non ha figli

In modo piuttosto semplicistico possiamo dire che il quoziente familiare è uno strumento che consente di modulare le detrazioni fiscali e altre agevolazioni sociali in base al numero dei componenti del nucleo familiare, lo possiamo considerare una sorta di evoluzione dell’Isee. L’obiettivo è agevolare le famiglie dei ceti medio-bassi e con molti figli. Allo stesso tempo la misura porta a uno scompenso per i single e per le coppie che non hanno figli. In teoria potrebbe essere un modo per incentivare le coppie ad avere figli, ma potrebbe risultare mortificante per chi per motivi oggettivi o soggettivi non riesce a creare una famiglia.

L’attuale sistema di tassazione Irpef si basa sui redditi del singolo componente del nucleo che poi può portare in detrazione le spese personali e in molti casi le spese familiari, ad esempio del coniuge fiscalmente a carico o dei figli. Nel caso in cui entrambi i genitori abbiano un lavoro le detrazioni per i figli possono essere fatte valere da uno solo dei genitori o pro quota da entrambi. Con il quoziente familiare cambia tale sistema: prevede che i redditi del nucleo familiare siano sommati e poi divisi per un numero di parti risultante dall’attribuzione di un coefficiente a ciascun componente.

Come funziona il coefficiente nel quoziente familiare

Più componenti ha la famiglia, maggiori saranno le detrazioni. Che il sistema possa essere in molti casi penalizzante è confermato dal fatto che lo stesso vice-ministro all’Economia Maurizio Leo ha sottolineato che per lo Stato questo sistema potrebbe portare a un risparmio di un miliardo di euro, che naturalmente darà a carico di chi non ha figli.

Secondo quanto annunciato da Leo, le detrazioni sarebbero elevate fino a un reddito di 50 mila euro, per poi scendere tra i 50 mila e i 100 mila euro e poi scendere ancora oltre i 100 mila. Si è detto prima che il sistema sarà basato su un sistema di coefficienti, gli stessi dovrebbero essere:

  • 1 per single e per le vedove/i con almeno un figlio a carico;
  • 2 per coppia sposata o convivente;
  • 0,5 per primo e secondo figlio;
  • 1 per ogni figlio dopo il secondo;
  • 0,5 per i genitori soli con almeno un figlio a carico;
  • 4 per il terzo figlio (e oltre) o di figli disabili a carico.

Rispetto all’Isee vi sono delle differenze perché l’Isee viene utilizzato per accedere a particolari prestazioni sociali, ma non è utilizzato per le detrazioni che possono essere fatte valere indipendentemente dalla presenza o meno dei figli. La seconda differenza è data dal fatto he nell’Isee entra anche il patrimonio mobiliare e immobiliare mentre nel quoziente familiare si sommano solo i redditi.

Leggi anche: Fabbricati rurali, come devono essere dichiarati ai fini Isee

 

Nadia Pascale

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