Dal 1° febbraio 2025 i titolari di partita Iva possono presentare la dichiarazione Iva 2025, ma cos’è, quali sono i termini per adempiere?
I titolari di partita Iva, esclusi i forfetari, devono presentare annualmente la dichiarazione Iva. Si tratta di un documento che riporta tutte le operazioni rilevanti ai fini IVA di una determinata attività nel periodo fiscale di riferimento, ovvero l’anno antecedente a quello a cui si presenta il modello. Con la dichiarazione IVA si fa la somma dell’IVA portata dalle fatture emesse, a cui si sottrae l’intero ammontare dell’IVA corrisposta con le fatture ricevute: se il risultato è positivo, il contribuente è tenuto a effettuare il relativo versamento.
I termini per la dichiarazione Iva son o doppi. Per i contribuenti trimestrali che intendono inviare le liquidazioni periodiche Iva relative al 4 trimestre 2024 in modo autonomo, la dichiarazione Iva deve essere presentata entro il 30 aprile, per i contribuenti che vogliono unificare i due adempimenti, il termine per la presentazione della dichiarazione Iva è fissato al 28 febbraio 2025. In questo caso deve essere compilato il Quadro VP della dichiarazione annuale dove è possibile inserire i dati contabili riepilogativi delle liquidazioni periodiche dei mesi di ottobre, novembre e dicembre. Entro il 17 marzo 2025 deve, invece, essere pagato il saldo Iva.
Nelle dichiarazioni fiscali ogni anno diventano operative le novità introdotte con leggi emanate per l’anno di imposta oggetto di dichiarazione. Anche la dichiarazione Iva 2025 recepisce quindi importanti novità fiscali.
Nella sezione 1 si introduce il rigo VO18, riservato alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale che hanno scelto il regime forfettario.
Un’altra importante novità riguarda le aziende agricole giovanili: nella sezione 2, si inserisce il rigo VO27, dedicato alle imprese giovanili in agricoltura che optano per l’applicazione del regime fiscale previsto dall’articolo 4, comma 1, della legge n. 36/ 2024.
Nel rigo VW 26 è stato introdotto il campo 2, che deve essere compilato per indicare i crediti trasferiti dalle società del gruppo ritornate operative, non più rientranti nella disciplina delle società di comodo di cui all’art 30 della legge n. 724 del 1994.
Nel caso in cui ci si accorga di avere commesso degli errori nella presentazione della dichiarazione Iva è possibile correggerli attraverso una nuova presentazione di dichiarazione Iva nei termini previsti per la presentazione.
Diverso è invece il caso se l’errore viene rilevato successivamente al termine per la presentazione della dichiarazione Iva. Se la correzione è effettuata nei 90 giorni dalla scadenza ordinaria e riguarda errori non rilevabili in sede di controllo automatizzato, il contribuente è tenuto a versare una sanzione di 250 euro ridotta a 1/9, oltre alla sanzione per omesso versamento pari al 30% del dovuto (sanabile con ravvedimento operoso).
Se gli errori sono rilevabili in sede di controllo automatizzato, la sanzione prevista è solo quella relativa all’omesso versamento.
Leggi anche: Milleproroghe 2025 approvato dal Senato, novità concordato, rottamazione e sugar tax
Lidl annuncia un nuovo Recruiting Day l’11 novembre 2025: una giornata di colloqui in presenza…
Costa solo 34,20 euro l’anno ma colpisce tutti i conti correnti attivi: è l’imposta di…
Arriva dal Giappone il Kakeibo, un metodo tradizionale che aiuta a risparmiare con carta e…
Poste Italiane apre una nuova tornata di assunzioni per novembre: centinaia di posti tra portalettere,…
Notizie per chi ha un mutuo a tasso variabile: la riunione di ottobre della Banca…
L’INPS ha pubblicato il calendario ufficiale dei pagamenti dell’Assegno Unico per novembre 2025: le date…