La rivincita delle Partite Iva, 16,3 milioni di evasori sono dipendenti

Arriva la rivincita delle Partite Iva, in tema di debiti non ancora riscossi dal Fisco. I più grandi evasori italiani non sono Partite Iva, i dati completi

La rivincita delle Partite Iva, i dati di uno studio di Mestre

Arriva la rivincita da parte delle Partite Iva da sempre considerati coloro che non pagano le tasse. Negli anni una credenza consolidata, ma che trova oggi una forte smentita. Infatti da un’analisi fornita dalla Cgia di Mestre i debiti non ancora riscossi dalle Agenzie fiscali ammontano a circa 22,8 milioni. Ma solo uno su otto è una partita Iva. Mentre 16,3 milioni sono lavoratori dipendenti, pensionati e percettori di altre forme di reddito.

In dettaglio i 22.8 milioni di debiti sono così divisi: 3,6 milioni sono rappresentati da persone giuridiche (società di capitali, enti commerciali, cooperative, ecc.) e i restanti 19,2 milioni da persone fisiche. Tra queste ultime, 16,3 milioni sono lavoratori dipendenti, pensionati e percettori di altre forme di reddito (da beni mobili, immobili, ecc.). Mentre i rimanenti 2,9 milioni, corrispondenti al 12,7 per cento del totale, svolgono un’attività economica come artigiani, commercianti o liberi professionisti.

La rivincita delle Partite Iva, i lavoratori autonomi non sono un popolo di evasori

I dati dimostrano quindi che i lavoratori autonomi non sono un popolo di evasori. Non rappresentano coloro che non pagano le tasse. Anzi le pagano e anche in maniera più puntuale degli altri. Invece le categorie più protette, come i lavoratori dipendenti insieme ai pensionati, risultano essere coloro che hanno più debiti non pagati.

L’indagine ha anche fatto un’analisi per aree territoriali. Lazio, Campania e Lombardia sono le regioni con il più alto numero di tasse non riscosse per abitante. Nonostante al Nord sia concentrata la stragrande maggioranza della ricchezza prodotta nel Paese e la parte più dinamica delle attività economiche e produttive, dei 1.274 miliardi di euro di tasse non riscosse negli ultimi 25 anni, il 58 per cento, pari a 739,3 miliardi di euro sono riconducibili alle regioni del Centrosud. Il rimanente 42 per cento, invece, è in capo alle regioni del Nord che cubano 535.1 miliardi di euro non versati.

Le misure messe in atto dallo Stato

La lotta all’evasione fiscale nel 2024 ha portato l’entrata più alta di sempre per le casse del Fisco italiano. Secondo i dati resi noti dall’Agenzia delle entrate sono state incassati 1,6 miliardi in più rispetto al 2023 (+6,5%). Vuol dire che la lotta all’evasione e le misure messe in atto lo scorso anno hanno portato i frutti sperati. Inoltre aumentano anche le somme versate spontaneamente dai cittadini. Il gettito relativo ai principali tributi gestiti dall’Agenzia delle Entrate ha raggiunto i 587 miliardi di euro, in crescita di 43 miliardi rispetto al 2023 (+8%).

Mentre risultano fallimentari misure intraprese dagli scorsi Governi: cashback e lotteria degli scontrini. Il cashback, introdotto durante la fase pandemica da Covid-19, permetteva il rimborso di piccole somme direttamente sul conto del contribuente. Doveva servire per aumentare l’utilizzo dei pagamenti con mezzi elettronici. Ma non essendo servito è stato definitivamente annullato nel 2022. Invece per la lotteria degli scontrini nel 2021 la trasmissione al sistema ha interessato 137 milioni di scontrini, nel 2022 lo stock è diminuito a 41 milioni, nel 2023 è sceso a 33,5 milioni e nei primi undici mesi del 2024 la soglia è leggermente risalita a 38,8 milioni. Tra il 2021 e il 2024, comunque, la contrazione è stata del 72%.

 

 

 

 

 

 

 

Francesca Cavaleri

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