“Di sera non si può più lavorare” | Non importa la mansione, il Ministero del Lavoro ha deciso: scatta il coprifuoco lavorativo

Non si lavorerà più di sera - Infoiva + Pexels - Infoiva.com
La sera dopo una certa ora non si lavorerà più: sembra questo l’orientamento del Ministero del Lavoro emerso durante una difficile trattativa
Niente più lavoro di sera. Messa in questi termini si tratta di una rivoluzione copernicana nel mondo del lavoro, una novità destinata a stravolgere una volta per tutte le abitudini di milioni di cittadini.
E se realmente lo scenario fosse questo, esteso a tutte le categorie e ad ogni ambito professionale, il mondo del lavoro ne uscirebbe completamente stravolto. Ed è per questo che un chiarimento diventa necessario.
Partiamo dalla notizia che da qualche ora sta avendo particolare risonanza risonanza sui principali media nazionali e riguarda le trattative, complesse ed articolate, del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il Comparto Sanità 2022-2024.
Dopo lunghe, sfibranti ed estenuanti negoziazioni l’intesa tra l’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e le principali sigle sindacali sembra davvero molto vicina.
La sera non si lavorerà più, è ufficiale
Un accordo di massima sarebbe stato trovato in relazione agli aumenti in busta paga per circa 580mila lavoratori tra infermieri, OSS (Operatori Socio Sanitari), tecnici e personale non dirigente. Inoltre sono state introdotte significative novità normative.
Una di queste ha attirato l’attenzione e l’interesse dei lavoratori del settore: l’esenzione dai turni notturni per tutti gli infermieri che abbiano compiuto più di 60 anni di età. Una misura tesa a tutelare il personale più anziano. Si punterebbe ad una migliore gestione dei turni, con una riduzione del numero e della durata degli stessi e in particolare la previsione di poter esentare dai turni notturni il personale infermieristico over 60.
Il lavoro notturno è proibito, ecco perché
Questa misura è un riconoscimento del maggiore logorio fisico e psicologico legato all’età e all’esperienza e mira a migliorare la conciliazione vita-lavoro e ridurre lo stress per una categoria di lavoratori fondamentale per il Servizio Sanitario Nazionale. Per ciò che riguarda gli aumenti in busta paga l’incremento medio complessivo in busta paga dovrebbe attestarsi attorno ai 172 euro lordi mensili.
Per i circa 23mila infermieri che operano nei pronto soccorso, sono previsti ulteriori aumenti specifici, con un incremento di 305 euro lordi mensili dal 2025 e ulteriori 60 euro dal 2026, per un totale di quasi 365 euro. È importante sottolineare che gli importi netti percepiti varieranno in base alla fascia di reddito e alle detrazioni fiscali. Nonostante alcune posizioni sindacali che ritengono gli aumenti ancora insufficienti a compensare la perdita del potere d’acquisto, l’ottimismo sull’imminente firma del contratto è palpabile. Si prevede che l’accordo possa essere siglato già nelle prossime settimane.