Liberi professionisti, cambia tutto con le fatture: ora devi versare i 350€ di “caparra” | Multe salatissime se ti dimentichi

Scopri quanto devi sborsare quando fai fattura

Fattura italiana (pexels) infoiva.com

I liberi professionisti hanno una bella gatta da pelare adesso: ci sono quasi 400 euro da pagare quando emetti fattura.

Il libero professionista è quello che, tecnicamente, lavora in proprio. Che sia architetto, avvocato, designer, consulente, fisioterapista, copywriter o programmatore, ha una partita IVA e vive del proprio lavoro senza un datore fisso. In teoria dovrebbe essere una figura ammirata.

È uno che si è inventato il mestiere, che sceglie i propri clienti, che si gestisce orari e agenda. In pratica però in Italia, spesso è guardato con diffidenza. Perché qui, finché non hai un badge da timbrare, non sei davvero “uno che lavora”. Il posto fisso è ancora l’unico status considerato serio.

Se poi dici che sei freelance o libero professionista, c’è sempre qualcuno che ti chiede quando troverai il lavoro vero. È un mondo in cui la libera professione viene vista a metà tra l’ambizione e la precarietà. Il problema non è solo culturale, è strutturale: mancano tutele, ammortizzatori e riconoscimento sociale.

Tra cliché e verità

Chi fa il libero professionista deve sempre giustificarsi un po’, per lavorare da casa, per non avere orari, per non avere ferie pagate ma anche per non dover chiedere permessi. Uno dei luoghi comuni più diffusi è che il libero professionista lavori poco. O meglio: che usi quel titolo come scusa per non fare nulla.

In effetti, esiste una fetta di popolazione che si autodefinisce “consulente” o “creativo indipendente” solo perché non vuole lavorare o non riesce a inserirsi nel mercato. Succede. Ma non è la regola. Anzi: chi lo fa davvero, lavora spesso più degli altri, solo che nessuno lo vede. Ma per loro adesso ci sono brutte notizie.

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Fattura e adempimenti (pexels) infoiva.com

350€ da pagare in fattura

Money.it ha diffuso la notizia. Dal 1° settembre 2025, i liberi professionisti dovranno fare ancora più attenzione alla fatturazione elettronica, perché le multe diventano pesanti. Se una fattura viene inviata in ritardo o contiene errori rilevanti, la sanzione può arrivare al 70% dell’IVA, con un minimo di 300 euro. Un esempio concreto? Una fattura emessa in ritardo per un importo di 7000 euro potrebbe costare 350 euro di multa.

Ma c’è una via d’uscita: il cosiddetto ravvedimento operoso. Se ci si accorge dell’errore e si corregge entro 30 giorni, si paga solo un decimo, quindi 35 euro più interessi. Entro 90 giorni la multa si riduce a un nono, entro un anno a meno di un quinto, oltre l’anno si paga un settimo. Come si paga? Tramite un semplice F24 e il codice tributo 8911. Un’altra stoccata al libero professionista, che non ha proprio la vita facile. Eppure continua a farla, quella vita, cercando ogni giorno di non sbagliare mai nemmeno una fattura.