“Mi fai un caffè per favore?” | Se te lo chiede il tuo capo, hai diritto al risarcimento in busta paga già da giugno

“Mi fai un caffè per favore?” | Se te lo chiede il tuo capo, hai diritto al risarcimento in busta paga già da giugno

Il capo ti chiede il caffè? Hai diritto al risarcimento - Pixabay - www.infoiva.com

Quando il tuo capo ti chiede di preparargli un caffè hai diritto ad un risarcimento all’interno della busta paga già da giugno.

Il mondo del lavoro è variegato e può capitare che ci si ritrovi in un ambiente lavorativo malsano. In realtà, possiamo dire, senza timore di essere smentiti, che, nella maggior parte dei casi, ci si ritrova a lavorare in un ambiente poco piacevole. Quando ci si ritrova in queste condizioni, però, si fa buon viso a cattivo gioco.

Questo perché, purtroppo, nel nostro paese e, soprattutto in alcune aree del territorio, si fa fatica a trovare un buon posto di lavoro. Pertanto vige la legge del “tutto fa brodo“, purché si lavori, si porti la “pagnotta” a casa e si possa vivere tranquilli, offrendo una vita decente alla propria famiglia. Certo, tutto questo fa solo male al dipendente.

Si finisce, così, ad abituarsi alle condizioni lavorative dettate dal capo o dai responsabili perchè, altrimenti, nel caso in cui ci si dovesse ribellare, si può anche andare incontro a ritorsioni che renderebbero la vita ancora più difficile o, addirittura, al licenziamento. Ebbene sì, avete capito benissimo: capita sempre più frequentemente.

Nessuno, però, può permettersi di finire in mezzo ad una strada, in special modo in questo periodo in cui la crisi la fa da padrona ed i prezzi dei beni e dei servizi sono alle stelle. Tuttavia, uno spiraglio di luce esiste e, finalmente, inizia ad intravedersi. In particolar modo, ci riferiamo ad un caso specifico. Nella fattispecie quando il capo chiede di preparare un caffè. Ecco, qui scatta il rimborso. Vediamo come.

Risarcimento in busta paga già da giugno

Abbiamo avuto già modo di dare cenno a quello che è il mondo del lavoro ed alle problematiche che possono sorgere in tutti gli ambienti in cui ci si interfaccia sia con i capi che con tutti gli altri colleghi. Molto spesso, però, può capitare che ci si imbatta in problematiche ben più gravi che posso portare in dote conseguenze disastrose per il dipendente.

Ebbene sì, perché spesso accade che ci si ritrovi in balia dei capi che, per mettere alla prova il lavoratore, chiedono a quest’ultimo le cose più impensabili di questo mondo. Una di queste è proprio chiedere che venga preparato un caffè. Un rifiuto può persino portare al licenziamento in tronco. Per fortuna, però, la normativa parla chiaro e, addirittura, oltre a non essere licenziati, si ha anche diritto al risarcimento.

Tanti soldi in busta paga – Pixabay – www.infoiva.com

No al licenziamento, sì al risarcimento

Ci sono casi in cui il capo di un’azienda mette alla prova i suoi dipendenti. Per farlo, si avvale di quella che possiamo definire la sua autorità. In questo modo, si sente autorizzato a chiedere qualsiasi cosa al lavoratore, anche di svolgere mansioni che non sono contemplate all’interno del contratto stipulato dalle parti. Noi, però, vogliamo porre la nostra e la vostra attenzione su un particolare caso.

Parliamo dei contratti di prova di un dipendente. Capita sempre più spesso, infatti, che il lavoratore firmi un contratto per svolgere mansioni specifiche, ma che, però, sia adibito ad altre completamente differenti. Ciò porta al licenziamento per non aver superato il periodo di prova. Si tratta di un comportamento scorretto e, soprattutto, illegale dato che la Legge parla chiaro. C’é stata una sentenza, infatti, che ha reso nullo il licenziamento, stabilendo o il reintegro dell’unità del personale o il risarcimento spettante da quest’ultima. Ovviamente, il vizio del comportamento deve essere dimostrato, portando come prova email, messaggi e ordini di servizio che non rispecchino realmente le mansioni che si sarebbero dovute svolgere.