UFFICIALE: passa la “Legge Ladri” | Ora non ti possono licenziare neanche se rubi: stipendio eterno

Chi ruba nel proprio ufficio non sarà licenziato

Chi ruba nel proprio ufficio non sarà licenziato - Wikicommons - Infoiva.com

Da questo momento i dipendenti accusati di furto sul proprio posto di lavoro non potranno essere perseguiti penalmente e né essere licenziati

Il furto in azienda e sul proprio posto di lavoro rappresenta una delle più gravi violazioni del rapporto fiduciario tra datore di lavoro e dipendente tale da giustificare, nella quasi totalità dei casi, il licenziamento per giusta causa in tronco.

È proprio il ‘quasi‘ che invece può portare ad opzioni alternative e diverse dal licenziamento. Tutta ‘colpa’, si fa per dire, della giustizia e della giurisprudenza italiana, conosciute soprattutto per il loro estremo rigore.

Dando per scontato che l’atto di rubare in quanto tale è da censurare e condannare sempre e comunque, la legge non transige su un punto considerato di vitale importanza. È una questione che può dare adito a diverse sfumature ed interpretazioni.

Secondo la nostra giurisprudenza l’elemento discriminante è il cosiddetto onere della prova. Senza evidenze solide e inequivocabili, il licenziamento disciplinare, per quanto legittima possa apparire la motivazione, rischia di essere annullato.

La Legge Lavoro 25, sai di che si tratta? Ecco la risposta

Una recente sentenza della Cassazione, la 10822/2025, ha ulteriormente chiarito e rafforzato questo principio cardine del diritto del lavoro. La Suprema Corte con questa pronuncia ha ribadito come spetti al datore di lavoro fornire la prova inconfutabile dell’illecito commesso dal dipendente. Non bastano dunque semplici indizi, sospetti o prove presuntive per legittimare un provvedimento così grave come il licenziamento per giusta causa, che estingue il rapporto di lavoro senza preavviso e con pesanti ripercussioni sulla vita professionale dell’individuo.

Nel caso specifico la Cassazione ha esaminato una situazione in cui un dipendente era stato licenziato per presunto furto di beni aziendali, ma le prove addotte dall’azienda erano risultate lacunose o eccessivamente circostanziali. Non è pertanto sufficiente che il furto sia stato “quasi certo” o “altamente probabile”, ma è necessario che l’atto sia stato dimostrato con certezza assoluta.

La sentenza della Cassazione stravolge tutto
La sentenza della Cassazione stravolge tutto – Wikicommons- Infoiva.com

L’azienda deve avere la certezza assoluta del furto

Questo significa che l’azienda deve presentare prove concrete e dirette quali filmati di videosorveglianza chiari e non manipolati, testimonianze dirette e credibili, ammissioni del dipendente stesso, o prove materiali che colleghino inequivocabilmente il lavoratore al reato. In assenza di tali elementi il licenziamento rischia di essere dichiarato illegittimo.

In tal caso le conseguenze per il datore di lavoro sono significative: in primis può essere obbligato a reintegrare il dipendente nel posto di lavoro o a corrispondergli un’indennità risarcitoria, oltre al pagamento delle spese legali. La sentenza 10822/2025 si pone dunque come un monito per le aziende a operare con la massima cautela e rigore probatorio prima di adottare provvedimenti disciplinari così drastici.