Ultim’ora Google: “appena cerchi questa parola ti stacchiamo tutto” | Ti proibiscono internet a vita

Ultim’ora Google: “appena cerchi questa parola ti stacchiamo tutto” | Ti proibiscono internet a vita

GOOGLE - Infoiva

Sembra che sul motore di ricerca più più visitato dal mondo sia proibito digitare alcuni termini. Uno in particolare è vietatissimo

Il motore di ricerca più cliccato al mondo è ‘Google’. Non c’è professionista, lavoratore dipendente o studente attivo su questo pianeta che non utilizzi l’ormai storico sito web per fare ricerche, approfondire e studiare.

Anche perché su ‘Google’ si trova realmente di tutto: non c’è argomento che non venga trattato e su cui non esistano approfondimenti provenienti dalle fonti più disparate. In realtà è bene fare attenzione ciò che si cerca.

Quanto accaduto qualche giorno fa in Italia, a Como, deve indurre a profonde e accurate riflessioni. Protagonista, si fa per dire, un ragazzo di 17 anni: quasi certamente un giovane come tanti, uno dei milioni di studenti che avrà appena iniziato a godersi le vacanze estive.

Eppure da qualche ora sulle piattaforme social non si fa che parlare di lui. Il minorenne lombardo, anzi comasco, è finito nel mirino delle autorità e della magistratura locale per una ragione che a molti sembrerà inverosimile.

Google, internet è vietato: la ‘ricerca’ è inquietante

Il giovane diciassettenne è stato bloccato da un provvedimento dell’autorità giudiziaria per aver cercato attivamente, attraverso piattaforme digitali, di reclutare seguaci con l’esplicito intento di “riorganizzare le camicie nere“.

Il magistrato che ha seguito il caso ha imposto al ragazzo il divieto di utilizzare Internet e i social media, una misura che sottolinea la crescente attenzione verso il pericolo della radicalizzazione e dell’estremismo online.

Scatta l’allarme sociale, Como è solo un esempio

Il minore, tramite gruppi e canali online, avrebbe diffuso contenuti di apologia del fascismo, inneggiato a ideologie di estrema destra e cercato attivamente di creare una rete di proseliti, con l’obiettivo dichiarato di rimettere in piedi una sorta di milizia neo-fascista. Un’attività che, per la sua gravità e potenziale pericolosità, ha rapidamente attirato l’attenzione degli investigatori.

Di fronte a un comportamento così esplicito e potenzialmente dannoso, non solo per il ragazzo stesso ma per la collettività, il giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale per i Minorenni di Milano (competente per il territorio di Como) ha adottato una “prescrizione” ben mirata.

Attenzione ai rigurgiti neo fascisti
Un gruppo di fascisti negli anni del regime – Wikicommons – Infoiva.com

Non è un caso isolato, i magistrati indagano

La decisione di togliere al ragazzo l’accesso a Internet e ai social media è particolarmente significativa. In un’era in cui la vita digitale è quasi inseparabile da quella reale, privare un adolescente di questi strumenti è un provvedimento drastico. Serve non solo a impedire che il minore continui a propagare idee estremiste o a reclutare nuovi adepti, ma anche a proteggerlo da ulteriori influenze negative e a spingerlo verso un percorso di riflessione e re-integrazione.

Il caso di Como evidenzia l’urgenza di monitorare il fenomeno della radicalizzazione online tra i giovani e la necessità di strumenti giuridici efficaci per intervenire tempestivamente, bilanciando la repressione dei reati con la fondamentale funzione rieducativa della giustizia minorile.