Addio al gelato degli italiani: lo abbiamo amato come fosse l’ultima cena | Da oggi finisce nel dimenticatoio

Giovane donna al mare con cono gelato (Canva) Infoiva.com
Il gelato scompare? Un cambiamento epocale sta per sconvolgere le abitudini degli italiani: ecco cosa sta succedendo.
Lo abbiamo scelto nelle estati afose e nelle sere d’inverno. Non si sopravvive al caldo senza.
Lo abbiamo difeso dal cucchiaino altrui come fosse sacro. “Che nessuno osi assaggiare il mio gelato!”
E ora… ci tocca dirgli addio? Una notizia inaspettata sta raffreddando anche i cuori più golosi.
Ma cosa sta succedendo davvero? Ecco cosa devi sapere se ti interessano gelati e finanza.
Stop ai gelati? L’Italia non sarà più la stessa
Non è una trovata pubblicitaria. Non è l’inizio di una campagna ironica. Qualcosa sta davvero cambiando, e riguarda uno degli alimenti più amati dagli italiani: il gelato industriale. Secondo indiscrezioni circolate negli ambienti della distribuzione, alcuni marchi notissimi potrebbero presto sparire dagli scaffali. Algida, Magnum, Calippo: nomi familiari, protagonisti di estati intere, rischiano di non essere più disponibili nel modo in cui li conosciamo.
Le cause? Ancora poco chiare. Qualcuno parla di problemi nei rapporti con la grande distribuzione. Altri ipotizzano tagli di produzione, ristrutturazioni, crisi dei consumi. Ma una cosa è certa: la frase che si ripete è sempre la stessa – “Non arriveranno più”. C’è chi ha già fatto scorte in freezer, chi teme l’effetto nostalgia e chi pensa a uno scherzo. Ma dietro a questa apparente scomparsa si nasconde una mossa strategica ben precisa… che sveliamo subito dopo.
Gelato in Borsa: cosa c’è dietro l’addio che ha spiazzato i consumatori
La verità? Non stanno scomparendo: stanno cambiando casa. Unilever ha infatti deciso di scorporare completamente la sua divisione gelati, che include marchi come Algida, Ben & Jerry’s, Calippo e Magnum, trasformandola in una società autonoma pronta a debuttare in Borsa. Il nome? The Magnum Ice Cream Company. Questa operazione nasce da una crisi più profonda: le grandi multinazionali come Unilever, Nestlé e Kraft Heinz hanno visto crollare i loro titoli in Borsa, strette tra il calo dei consumi post-pandemia, gli aumenti di prezzo e i contrasti con la grande distribuzione.
La risposta? Smontare i vecchi imperi, vendere o separare i rami meno redditizi per concentrarsi su prodotti più strategici, come snack e piatti pronti. Così i gelati, pur amati, finiscono ai margini e diventano oggetto di spin-off finanziari. La nuova società, che genera 8 miliardi l’anno, sarà autonoma e pronta a cercare nuovi investitori sulle piazze di Londra, Amsterdam e New York. Lo stesso sta avvenendo con Nestlé, che vuole cedere il business delle acque, e con Kraft Heinz, pronta a dividere snack e salse. Insomma, il gelato come lo conoscevamo non scompare, ma entra in una nuova era commerciale. E mentre la grande distribuzione cambia pelle, l’Italia – quella dei coni al tramonto e delle vaschette nel freezer– deve abituarsi all’idea: il gelato non è più “di casa”, ma una questione di titoli, azioni e strategie globali.