Completamente ubriaco in auto, si salva grazie al trucco del sonno | “Agente, scusi ma è molto tardi”: addio multa

Alcoltest ad automobilista (Canva) Infoiva.com
Ubriaco fradicio, trovato in auto al posto di guida. Ma non è scattata la multa. Il motivo? Un cavillo che pochi conoscono.
Le pattuglie notturne ne vedono di tutti i colori, soprattutto nei weekend.
C’è chi canta ai lampeggianti, chi giura di aver bevuto “solo un sorso” e chi prova la fuga teatrale.
Poi ci sono quelli che, con tono garbato, dicono solo: “Agente, sto riposando, è tardi”.
E se il caso è quello giusto, la legge, incredibilmente, gli dà pure ragione. Come è possibile?
Ubriaco sì, ma non sempre punibile: il confine è sottile
Guidare in stato di ebbrezza è una delle violazioni più gravi, non solo per le conseguenze legali, ma soprattutto per i rischi reali. Ogni anno, centinaia di incidenti notturni sono causati da chi ha alzato troppo il gomito e poi ha deciso di mettersi alla guida. Le pene previste dal Codice della Strada sono severe: sospensione della patente, multe salate, sequestro del mezzo, e in casi estremi anche l’arresto.
Eppure, accanto a chi viene giustamente fermato per condotta pericolosa, ci sono storie borderline che mettono in difficoltà perfino gli agenti più esperti. Non mancano le scuse creative: “Ero solo andato a prendere le sigarette”, “Stavo cercando il cellulare sotto il sedile”, “L’auto si è accesa da sola”. Certe giustificazioni sembrano uscite da una sitcom, ma a volte la realtà giuridica sorprende più della fantasia. La scena è sempre la stessa: auto ferma, guidatore addormentato, odore evidente di alcol. Ma il confine tra infrazione e non punibilità è sottile, e la legge, incredibilmente, lo riconosce.
Quando dormire ti salva: il cavillo che ha fatto scuola
Il principio è chiaro: essere ubriaco in auto non è reato. Almeno, non di per sé. Anche se sei seduto al posto di guida. Anche se hai le chiavi nel cruscotto. Perfino se hai abbassato il sedile per schiacciare un pisolino. Secondo la giurisprudenza, per essere condannati per guida in stato di ebbrezza, non basta trovarsi nel veicolo: deve essere provato che si è effettivamente guidato mentre si era in stato di alterazione. Ed è su questo dettaglio che, in molti casi, salta la condanna.
Il giudice non può basarsi solo sull’impressione o sulla posizione del conducente. Servono prove: un testimone che lo abbia visto arrivare, una videocamera che riprenda l’auto in movimento, segni di frenata recenti, tracce di pneumatici ancora caldi. Senza questi elementi, anche un tasso alcolemico elevato non basta. L’accusa deve dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio che quella persona ha guidato ubriaca, non solo che lo fosse mentre si trovava nel veicolo. In pratica, chi è troppo brillo per tornare a casa e decide di dormire in macchina, potrebbe – paradossalmente – fare la scelta più sicura e legale. Certo, non è un lasciapassare automatico: ogni dettaglio conta, e ogni caso fa storia a sé. Ma intanto, quell’“Agente, sto solo dormendo” può rivelarsi, nei fatti, un insospettabile salvavita giuridico.