Questo è l’ufficio postale peggiore d’Italia: dipendente beccato a rubare dai conti | Fanno finta di aiutarti e ti truffano

Sportello pensioni alle Poste - Wikicommons - Infoiva.com
L’ufficio postale da incubo è proprio un inferno. Adesso anche i dipendenti sono tuoi “nemici”. Ecco dove si trova.
Tra code interminabili, numeri che non scorrono e sportelli che sembrano attivati solo per fare scena, l’ufficio postale è diventato, per molti italiani, una sorta di limbo burocratico dove il tempo si ferma. Tra anziani in fila dalle sette di mattina e clienti che cercano di ritirare pacchi scomparsi nel nulla, recarsi alle Poste è pura resilienza emotiva.
E sebbene negli ultimi anni ci sia stato un tentativo di ammodernamento, tra totem digitali e prenotazioni online, la sensazione dominante resta quella di un caos ordinato solo sulla carta. A peggiorare il tutto, sono le truffe, le disorganizzazioni e, a volte, l’impressione di non sapere a chi affidarsi davvero.
Il problema tuttavia non riguarda solo gli uffici postali. Tutta la pubblica amministrazione soffre di un ritardo strutturale e digitale che spesso rende i servizi un labirinto kafkiano. L’INPS, ad esempio, è uno dei casi più emblematici.
La pubblica amministrazione
Nonostante lo sforzo per digitalizzare tutto, molti utenti finiscono comunque per rivolgersi ai CAF o, peggio, rinunciare del tutto a presentare una domanda perché non capiscono come si faccia. I portali online sembrano scritti in una lingua aliena, e il cittadino medio si ritrova a sperare che qualcuno lo aiuti.
Ma quando il sistema si affida troppo alla buona fede dei singoli, i rischi sono altissimi. Infatti, a quanto pare, un dipendente delle Poste si è macchiato di colpe indicibili. Ecco quali.
Il furto del dipendente
La storia agghiacciante che riguarda l’ufficio postale della Garbatella, a Roma, è stata diffusa da Ilmessaggero.it. Questo sportello è diventato tristemente noto per un fatto di cronaca che ha dell’incredibile. Andrea Severoni, 52 anni, sportellista di Poste Italiane, è stato condannato a 3 anni di carcere per peculato, accesso abusivo ai sistemi informatici e sostituzione di persona. La vittima? Un senzatetto.
L’uomo, che viveva in strada e ritirava ogni venti giorni circa 100 euro dal suo conto per sopravvivere, si era affidato a Severoni per aiutarlo nei prelievi. E proprio con questa scusa, tra l’estate e l’autunno del 2022, il dipendente è riuscito a sottrarre ben 12.400 euro dal conto. Il totale quasi assoluto dei suoi risparmi, accumulati con fatica in una vita già ai margini. Una truffa spregevole, che colpisce due volte: nel portafogli e nella fiducia, perché arriva proprio da chi in teoria almeno dovrebbe aiutarti. Inoltre, questo senzatetto, di cui si ignora l’identità, non verte nemmeno in ottime condizioni di salute.