SCUSATE SIAMO FALLITI | Chiude il supermercato più imponente d’Italia: ha fatto la stessa fine della Cirio

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Il supermercato più amato di Italia ha gettato la spugna e per gli italiani non sarà più la stessa cosa. Scopri tutto qui.
Il supermercato era una tappa fissa, quasi rituale. Carrello alla mano, lista della spesa sul cellulare o scritta di fretta su un post-it, e via tra corsie ordinate, scaffali traboccanti e l’aroma misto di pane fresco e detersivo. Ma oggi, quel tempo sembra quasi un ricordo sbiadito.
Sempre più italiani scelgono la comodità dello shopping online anche per la spesa quotidiana: tra Amazon Fresh, le app dei grandi brand e i servizi di consegna espressa, le borse della spesa arrivano direttamente a casa, senza nemmeno un passo fuori. La pandemia ha accelerato questa transizione e ora anche il latte si ordina con un clic.
I supermercati fisici resistono, ma con fatica. Molti si stanno reinventando, puntando su formule ibride, digitali e interattive, altri invece non ce la fanno proprio. La realtà è che il carrello si sta virtualizzando e chi non riesce a stare al passo rischia di restare indietro. O chiudere per sempre.
Il metro della società
Ma il supermercato non è mai stato solo un posto dove fare la spesa. È uno specchio della società. È la piazza del nostro tempo, dove si incrociano vite, abitudini, scelte e identità. Cosa metti nel carrello dice chi sei, dove vivi, cosa mangi, quanto guadagni.
È anche una scuola di economia domestica, una palestra sociale e persino un rifugio climatico. Per questo la chiusura di un grande supermercato non è mai solo un fatto commerciale. È una crepa nel tessuto di un quartiere, un simbolo che crolla, un luogo di aggregazione che svanisce. Le conseguenze vanno ben oltre la lista della spesa.
Il supermercato più amato chiude
A Pompei, tutto questo ha preso la forma concreta di una saracinesca abbassata per sempre. Il Grand’Etè, punto vendita imponente situato nei pressi del casello dell’A3, ha chiuso i battenti dopo quasi quattro anni di attività. Era uno dei fulcri commerciali dell’area, una tappa fissa per chi si recava al centro commerciale Porte di Pompei. La decisione di chiudere è arrivata come un fulmine a ciel sereno, lasciando a casa 57 dipendenti. Ilgazzettinovesuviano.it ha diffuso le informazioni.
Il Grand’Etè ha dovuto fronteggiare la pressione della grande distribuzione, l’esplosione dell’e-commerce alimentare e la crisi economica generale. Nel Vesuviano, l’espansione di catene e ipermercati ha divorato le realtà più fragili. Ora le famiglie dei lavoratori vivono nell’incertezza, con il timore che il futuro porti solo promesse disattese. E l’ombra lunga di un altro colosso, proprio come la Cirio, finisce nell’elenco dei grandi che non ce l’hanno fatta.