Ufficiale dal Ministero del Lavoro: ora l’azienda ti deve pagare anche il viaggetto estivo | Inserito nel contratto

Il pagamento del viaggetto estivo (Fonte: Canva) - www.infoiva.com
Cosa vuol dire che l’azienda ti deve pagare “il viaggetto estivo”? Facciamo chiarezza anche perché è presente nel contratto.
Quando si inizia a lavorare è molto importante essere a conoscenza dei propri diritti lavorativi e anche dei propri doveri, per non parlare degli obblighi del datore di lavoro verso di voi.
Soltanto così è possibile lavorare in maniera equilibrata, evitando ingiustizie da parte di alcuni datori di lavoro, così come è importante sapere quali atteggiamenti sono dovuti nei confronti dell’azienda, per non perdere il posto di lavoro.
Anche perché ci sono alcuni aiuti che l’INPS per esempio può elargire al lavoratore, nel momento in cui è il titolare che fa domanda, per questo è bene sempre conoscere ogni minima sfaccettatura del proprio luogo di lavoro.
Soltanto così potreste sapere per esempio che l’azienda è tenuta a pagarvi quello che è stato definito come “viaggetto estivo”. Facciamo chiarezza in merito a questo aspetto che in pochi conoscono.
Differenza tra azione giudiziaria e stragiudiziale
Prima di procedere con il discorso iniziale, è importante fare una distinzione netta tra azione giudiziaria e stragiudiziale, per poter proseguire nel discorso successivo. La prima si riferisce all’atto con cui un soggetto indice una causa davanti un’autorità giudiziaria per riuscire a ottenere un riconoscimento di un proprio diritto, se il fatto sussiste.
Il secondo invece indica un atto non giudiziario che non viene portato a giudizio di un processo per essere risolto ma in maniera differente. Per esempio la diffida di pagamento che viene inviata al debitore tramite lettera raccomandata.
Il diritto del lavoratore
Chiarito questo concetto, cosa vuol dire che l’azienda è tenuta a pagare quello che è stato definito come “viaggetto estivo”?. Come riportano da brocardi.it, il lavoratore in trasferta ha diritto a essere risarcito delle spese del viaggio di quando si sposta per indicazione dell’azienda. Lo ribadisce la Corte di Cassazione che ha chiarito che il tempo necessario per prendere le istruzioni, oppure caricare materiali o raggiungere la sede rientra nel l’orario lavorativo quindi deve essere pagato. Inoltre non è possibile introdurre franchigie orarie e qualunque accordo che riveda queste tutele sono da considerarsi nulle per legge, visto che questo punto è previsto per diritto.
Inoltre: “Se un’azienda non corrisponde il pagamento del tempo di viaggio, il lavoratore può agire a tutela dei propri diritti, al fine di ottenere il riconoscimento delle spettanze non versate. L’azione può essere giudiziaria oppure stragiudiziale (con l’assistenza di sindacati o legali del lavoro)…”, come riportano dal sito in questione.