Ultim’ora dallo Stato Italiano: queste piscine sono proibite per sempre | Bisogna smantellarle immediatamente

Piscina (pexels) infoiva.com
Nessuno sapeva perché fosse successo, ma la risposta dello stato è arrivata forte e chiara. Ecco quali piscine sono diventate proibite.
C’è chi ama il mare e chi non lo sopporta. Troppa sabbia, troppa folla, troppo caos. E allora la piscina diventa l’alternativa perfetta. Acqua pulita, temperatura stabile, nessuna medusa in vista. In molti preferiscono costruirsela nel giardino, anche piccolo, pur di avere il proprio angolo di pace, lontano dalle spiagge affollate e dai vicini troppo rumorosi.
La differenza è netta: il mare è selvaggio, imprevedibile. La piscina è geometrica, silenziosa, domestica. Il primo è un dono della natura, la seconda è un capriccio dell’uomo. Eppure, entrambi rispondono allo stesso desiderio profondo: stare a mollo, dimenticare il caldo, sentirsi altrove anche restando a casa propria.
Negli ultimi anni, le piscine private sono diventate status symbol. Chi non può permettersi un’abitazione con vasca, magari si accontenta di una struttura fuori terra. Ma alcune di queste piscine, a sorpresa, sono finite sotto i riflettori. Perché alcune non si possono più costruire. Alcune, anzi, devono sparire. E subito.
Le concessioni balneari
In questo contesto si immette la questione delle concessioni balneari in Italia, che è da anni al centro del dibattito politico. Chi gestisce il suolo costiero, quanto vale, chi può sfruttarlo? Ogni governo promette riforme, ma l’equilibrio è sottile.
Tra vincoli paesaggistici, interessi privati e obblighi europei, ogni metro quadrato diventa terreno di scontro. E quando entra in gioco l’abusivismo edilizio, la stretta si fa inevitabile. Eppure in molti, nonostante i prezzi esorbitanti, non rinunciano al piacere del mare. Anche a scapito della salute economica.
Le piscine proibite
Lagazzettadelmezzogiorno.it ha diffuso le informazioni. Alcune piscine non sono legali. Come quella di Torre Chianca, marina di Lecce. Grazie all’operazione “Another Brick” condotta dai carabinieri, è stata scoperta una piscina abusiva all’interno di una residenza stagionale. L’indagine è partita dall’alto, con l’uso di un drone ad alta tecnologia. L’area interessata era vincolata dal Piano paesaggistico territoriale regionale, per cui non c’era nessun permesso, nessuna autorizzazione.
Il provvedimento è stato immediato: blocco dei lavori e avvio delle procedure di smantellamento. Non si tratta solo di una questione estetica o burocratica. È tutela del paesaggio, rispetto delle regole, difesa del territorio. Ogni costruzione illegale è un colpo al patrimonio collettivo. L’episodio di Torre Chianca non è isolato. I controlli con droni e ricognizioni aeree stanno diventando sempre più frequenti. Chi pensa di poter nascondere cemento in mezzo alla natura, oggi ha un occhio puntato dall’alto. Le piscine abusive, in zone protette, saranno demolite. Senza appello.