Eccesso di velocità, col trucchetto di WhatsApp la multa è carta straccia | Te ne liberi per sempre

WhatsApp chat

WhatsApp chat (Canva) infoiva.com

Una strategia online trasforma le strade in una caccia ai controlli, ma le autorità intervengono. In Italia rischi grosso se guardi WhatsApp.

In un tempo in cui smartphone e le chat WhatsApp sono compagni di viaggio inseparabili, anche il modo di guidare sta cambiando.

Nuove pratiche digitali nascono dal passaparola virtuale, si diffondono velocemente e finiscono per varcare i confini locali.

Non sempre, però, queste trovate hanno risvolti positivi o innocui per la collettività.

Negli ultimi mesi, una in particolare è finita al centro di un acceso dibattito con conseguenze pesanti per i trasgressori. Ecco di cosa si tratta.

Quando la tecnologia diventa “complice” alla guida

Negli ultimi anni, l’uso di WhatsApp e piattaforme social ha reso più semplice scambiarsi informazioni in tempo reale. Gruppi di automobilisti si organizzano per condividere segnalazioni utili: traffico, incidenti, cantieri. In alcuni casi, però, la logica dell’aiuto reciproco sfocia in qualcosa di più rischioso.

Alcune comunità digitali hanno iniziato a concentrarsi su un obiettivo molto specifico: fornire dettagli precisi su ciò che di solito è noto solo in termini generici. Il risultato è una rete che, se da un lato promette “protezione” per chi è al volante, dall’altro indebolisce strumenti fondamentali per la sicurezza stradale, con implicazioni che non riguardano solo la Spagna.

WhtasApp in auto
WhtasApp in auto (Canva) Infoiva.com

Il “Metodo Galiziano”  su WhatsApp e le prime multe

Questa pratica è stata ribattezzata “Metodo Galiziano” perché nata e diffusa soprattutto in Galizia. Funziona attraverso chat su WhatsApp o Telegram, dove gli utenti segnalano la posizione esatta di radar mobili e posti di blocco, permettendo a chi riceve l’avviso di rallentare solo nei punti controllati. Le autorità spagnole hanno già emesso le prime multe: una società che gestiva un’app dedicata e un privato di A Coruña con oltre 15.000 iscritti ai suoi gruppi sono stati sanzionati. La normativa sulla sicurezza cittadina considera “grave” la diffusione di dati operativi delle forze dell’ordine che possano compromettere la sicurezza degli agenti o l’esito di un’operazione.

La Direzione Generale del Traffico ha definito questo comportamento “anti-solidale”, sottolineando come metta in pericolo non solo l’efficacia dei controlli, ma anche la vita di chi viaggia. In Italia, condividere informazioni precise sui controlli mobili è vietato e può comportare conseguenze legali. Molti automobilisti si chiedono: vale davvero la pena rischiare una sanzione per evitare una multa? E quanto può essere sicuro guidare sapendo che qualcuno “avvisa” solo chi fa parte del gruppo giusto? La risposta, probabilmente, sta nel capire che la vera protezione alla guida non viene dalle scorciatoie, ma dal rispetto delle regole.