Ferie, è UFFICIALE: con la nuova legge le allunghi di 10 giorni, tutto legale | Torni al lavoro abbronzatissimo

Caregiver e vacanze, quando è possibile

Caregiver e vacanze, quando è possibile (canva) Infoiva.com

Ferie collegate all’assistenza Legge 104 sono possibili se rispetti alcune direttive e hai i giusti requisiti.

I permessi retribuiti della Legge 104 sono un diritto fondamentale per chi assiste familiari con disabilità grave.

L’uso corretto di questo strumento ha spesso generato interpretazioni controverse. Ma se si conosce bene il regolamento, si possono avere notevoli vantaggi.

Nel 2025, la Corte di Cassazione ha definito un principio chiave: il “principio di proporzionalità” nell’utilizzo dei permessi.

Un concetto che cambia l’approccio e tutela sia il lavoratore che la reale esigenza di assistenza.

Legge 104: il quadro normativo e il principio di proporzionalità

L’articolo 33, comma 3, della Legge 104/1992 garantisce tre giorni di permesso retribuito al mese, anche frazionabili in ore, a chi assiste un familiare con disabilità grave. Questi giorni sono destinati esclusivamente all’assistenza, e il loro uso improprio può comportare licenziamento per giusta causa.

Le pronunce della Cassazione 2025 hanno introdotto una lettura più equilibrata: non è necessario essere fisicamente accanto all’assistito per l’intero permesso, ma ogni attività svolta deve avere un legame concreto con la cura o il sostegno del familiare disabile. Il principio di proporzionalità stabilisce che brevi allontanamenti dall’assistito sono ammessi se motivati e proporzionati, ad esempio per svolgere attività legate alla propria salute psicofisica, indispensabile per garantire un’assistenza di qualità.

Legge 104, caregiver
Legge 104, caregiver (Canva) Infoiva.com

Cassazione 2025: i due casi che fanno scuola

Con l’ordinanza n. 15029 del 4 giugno 2025, la Corte di Cassazione ha confermato il licenziamento per chi ha usato il permesso per attività ricreative estranee alla finalità assistenziale. La Corte ha ribadito che il permesso non è un “giorno libero”, ma uno strumento vincolato alla cura del disabile, nel rispetto di correttezza e buona fede. Diversa la conclusione dell’ordinanza n. 14763 del 1° giugno 2025, in cui una lavoratrice ha dedicato meno di un’ora a una camminata veloce prescritta dal medico, lasciando l’assistito sotto la supervisione di una collaboratrice domestica. La Cassazione ha ritenuto legittimo l’allontanamento, poiché finalizzato al benessere del caregiver e quindi funzionale all’assistenza. Il messaggio è chiaro: ciò che conta non è il tempo di assenza, ma il nesso funzionale con la cura del disabile.

Sintetizzando, ecco le risposte alle domande più comuni:

  • È obbligatorio restare tutto il giorno con l’assistito durante i permessi Legge 104?
    No, ma le attività devono essere legate alla cura o al sostegno.
  • Una passeggiata o attività fisica rientrano nell’uso corretto dei permessi 104?
    Sì, se prescritte o utili per garantire assistenza di qualità.
  • Quando il datore di lavoro può licenziare per abuso della Legge 104?
    Quando le attività sono del tutto estranee alla funzione assistenziale.
  • Qual è il principio di proporzionalità stabilito dalla Cassazione 2025?
    Le pause sono ammesse se limitate, motivate e funzionali all’assistenza.

Il permesso 104 copre anche attività per il benessere psicofisico del caregiver, quindi, strettamente collegate alla capacità di assistere il familiare. La finalità assistenziale deve essere prevalente, anche se integrata da momenti di recupero fisico e mentale per il caregiver.