Busta paga, da settembre aumento vertiginoso degli stipendi: Giorgetti conferma | 2.757 euro il minimo sindacale

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Aumento in busta paga (Foto di SHVETS production da pexels) - infoiva.com

Da settembre la busta paga potrebbe sorprenderti: cifre mai viste e un minimo che fa gola. Cosa cambia davvero e per chi grazie a Giorgetti.

Settembre porta con sé una sorpresa che farà piacere a molti lavoratori italiani: un aumento netto in busta paga che si tradurrà in decine di euro in più ogni mese. Nulla a che vedere con bonus una tantum o premi aziendali, ma qualcosa di più strutturato e pensato per durare nel tempo.

In un momento in cui il costo della vita si fa sentire più che mai, e soprattutto ora che abbiamo speso una bella cifra per le vacanze, questa mossa arriva proprio quando ne abbiamo bisogno.

Il meccanismo è frutto di un intervento governativo che punta a migliorare direttamente la liquidità in tasca ai lavoratori, senza complicazioni o passaggi intermedi.

Ma chi e come potrà godere di questo aumento? E cosa significa in termini pratici per lo stipendio che ogni mese arriva sul conto corrente? Facciamo un po’ di chiarezza.

Busta paga: da settembre aumentano gli stipendi

Dietro l’aumento in busta paga c’è una misura interessante: chi ha già i requisiti per andare in pensione ma decide di restare ancora un po’ al lavoro, riceve un premio in denaro ogni mese. In pratica, spiega quifinanza.it, invece di versare una parte dei contributi, quella cifra viene trattenuta in busta paga come aumento netto. Soldi subito, senza passare dal via.

Il vantaggio è notevole. Prendiamo un esempio semplice: uno stipendio lordo da 30.000 euro all’anno può generare un extra di circa 2.757 euro netti distribuiti su 12 mesi. Significa circa 230 euro in più ogni mese, direttamente nel conto. Un bel respiro, specie in tempi di spese imprevedibili.

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Il bonus Giorgetti (Foto di Nataliya Vaitkevich da pexels) – infoiva.com

Giorgetti ha deciso

Questo incentivo, noto anche come bonus Giorgetti, è stato esteso nel 2025 anche a chi ha raggiunto la pensione anticipata ordinaria (quella basata solo sugli anni di contributi, non sull’età). Quindi, non è più riservato solo ai pochi con requisiti speciali: la platea si è allargata parecchio. Basta presentare domanda all’INPS e rispettare alcune condizioni ad esempio, non aver già una pensione diretta attiva.

Certo c’è un rovescio della medaglia: rinunciando a versare contributi per qualche anno, si andrà a ridurre leggermente la pensione futura. Ma per chi è vicino all’uscita e ha bisogno di qualche entrata in più adesso, può essere un compromesso intelligente. In fondo, è una scelta: più soldi oggi, o una pensione leggermente più alta domani.