“Buongiorno, non pago”, da ora devi dire così e si alza la sbarra in automatico | Passi gratis al casello

Il casello autostradale (foto wikicommons) - infoiva.com
“Buongiorno, non pago”: e la sbarra si alza. Da dove arriva questa formula magica al casello? La storia è tutta italiana (ovviamente).
C’è qualcosa di profondamente italiano nel rapporto con l’autostrada. Da una parte l’entusiasmo del viaggio, la playlist perfetta, la focaccia nell’alluminio. Dall’altra, il cuore che si stringe ogni volta che si avvicina il casello. Non per la nostalgia del ritorno, ma per il portafogli che trema.
I cartelli blu ci promettono mari, monti e città d’arte, ma ogni chilometro percorso ha un prezzo. Anzi, molti. Ogni tanto si sente parlare di aumenti, di rincari “ritoccati”, di adeguamenti “modesti”. Poi ti ritrovi a pagare più di dieci euro per una tratta di mezz’ora e cominci a farti delle domande.
Tra una sosta all’area di servizio e una bottiglietta d’acqua a 2,50 euro, si sviluppa nel viaggiatore medio una nuova forma di spiritualità: il culto della tariffa giusta. Eppure, niente. Il pedaggio è lì, inflessibile. A meno che, ovviamente, tu non conosca la formula magica.
Sì, pare che esista. Due parole semplici, pronunciate con convinzione al momento giusto. Solo un saluto educato e deciso: “Buongiorno, non pago”. Una frase che – si racconta – avrebbe il potere di aprire la sbarra. Automaticamente. Ma come?
Pedaggio in autostrada: puoi non pagarlo
Per scoprire chi ha avuto il coraggio di sfidare il sistema tariffario con un sorriso e uno slogan dobbiamo tornare a qualche anno fa, precisamente al gennaio del 2014, quando un noto politico italiano – all’epoca europarlamentare, oggi ministro – si presenta al casello di Gallarate. Non per pagare, ma per protestare. E lo fa nel modo più teatrale possibile: fermandosi davanti alla sbarra e rifiutando il pedaggio.
Il suo nome? Matteo Salvini. L’occasione? Una protesta contro l’aumento dei pedaggi autostradali, che in alcune tratte avevano subito rincari a doppia cifra. Salvini mette in scena una sorta di disobbedienza civile su quattro ruote, con tanto di slogan: “Io non pago”.
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E il casello diventa gratis
La motivazione, secondo lui, era anche politica: al Nord si paga per viaggiare, al Sud – diceva – le autostrade sono gratis perché mantenute dallo Stato. Una battaglia contro quella che definiva, in sintesi, l’ennesima ingiustizia a danno dei cittadini del Nord operosi e tartassati. E il casello, per un giorno, diventa palcoscenico.
Ora, nessuno ha confermato che “Buongiorno, non pago” funzioni davvero per evitare il pedaggio. Ma la scena è rimasta nell’immaginario collettivo come uno di quei momenti da archivio del folklore politico italiano. E ogni volta che ti ritrovi davanti alla sbarra, ti viene quasi voglia di provarci.