IRPEF, solo chi è in questa lista è tenuto a pagarlo: il 93% degli italiani avrà l’esenzione totale | Giorgetti dà l’ok definitivo

Chi paga l'IRPEF (foto canva) - infoiva.com
Solo pochi italiani pagano davvero l’IRPEF, mentre la maggioranza resta fuori. Ma chi c’è davvero in questa “lista”? E perché il sistema fa acqua da tutte le parti?
Tutti ne parlano, pochi sanno davvero cos’è. Eppure l’IRPEF è quella cosa che ti ritrovi ogni mese nella busta paga, senza che nessuno ti abbia mai spiegato bene perché. Una sigla fredda, tecnica, ma che ha un impatto reale sul tuo portafoglio.
IRPEF sta per Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, ed è la principale tassa che lo Stato italiano incassa ogni anno. Colpisce i redditi: di lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati, proprietari di casa; insomma, chiunque guadagni qualcosa (ufficialmente).
È una tassa “progressiva”, almeno sulla carta: chi guadagna di più, paga di più. Ma cosa succede quando a pagare sono sempre gli stessi, mentre metà del Paese risulta praticamente esentato?
C’è un dettaglio infatti che pochi conoscono: solo chi rientra in una certa “lista” è davvero tenuto a pagare l’IRPEF. Gli altri? Per la maggioranza degli italiani, l’esenzione è totale. E il numero è più alto di quanto immagini.
IRPEF: chi lo deve pagare
Secondo alcuni dati che riporta l’avvocato Angelo Greco sui suoi social, oggi una piccola minoranza di contribuenti si ritrova a sostenere gran parte del peso fiscale dell’intero Paese. Parliamo di circa 3 milioni di persone che, da sole, versano quasi la metà di tutta l’IRPEF. E non sono miliardari in yacht: spesso si tratta di lavoratori dipendenti con redditi tra i 35.000 e i 100.000 euro lordi.
Poi ci sono i veri “top” contribuenti: quelli che dichiarano più di 100.000 euro l’anno. Sono pochissimi – circa l’1,6% della popolazione – eppure coprono oltre un quinto dell’IRPEF totale. In pratica, lo Stato italiano si regge su una fetta ristrettissima di cittadini.
Esenzione per tantissimi italiani
Dall’altra parte, c’è quasi metà del Paese che non versa nulla. Non per furbizia o evasione, ma perché non ha un reddito sufficiente, vive di sussidi o è in nero. E un altro 50% circa versa cifre simboliche: insieme, pagano solo il 5% delle imposte. Il resto lo mettono i “soliti noti”.
E qui arriva il paradosso: chi guadagna appena un po’ più della media viene già trattato come un ricco. Basta superare i 50.000 euro all’anno per perdere detrazioni e scattare in una delle aliquote più alte d’Europa. Per confronto: in Francia quella tassazione parte da 82.000 euro. Da noi basta molto meno, anche se hai una famiglia a carico. Quindi l’IRPEF non colpisce più in modo equo. Sembra una tassa costruita per spremere chi resta nel mezzo, cioè il famoso “ceto medio”. E intanto, mentre milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà, Greco si chiede:
tutti questi soldi raccolti, alla fine, dove finiscono davvero?