Bollo su conti e titoli | Il trucco della giacenza media: ecco quanto siamo costretti a pagare ogni anno

Conto corrente

Cambiare conto corrente - Infoiva

Ogni anno torna il bollo su conti correnti e strumenti finanziari: 34,20 euro per i privati e 0,2% per depositi e titoli. Banco BPM e l’Agenzia delle Entrate ricordano che tutto dipende dalla giacenza media e non solo dal saldo di fine anno.

È una delle imposte più costanti e meno visibili del sistema bancario italiano: l’imposta di bollo su conti e depositi. Si applica automaticamente, senza bisogno di dichiarazioni, e colpisce sia i conti correnti sia i prodotti di risparmio come titoli, fondi e polizze finanziarie. Il suo importo non cambia da anni: 34,20 euro all’anno per le persone fisiche e 100 euro per le imprese, mentre sui prodotti finanziari l’aliquota resta pari allo 0,2% del valore di mercato o di rimborso al 31 dicembre.

La differenza, però, la fa la giacenza media. Il bollo sul conto corrente si applica solo se il saldo medio annuo supera i 5.000 euro, soglia introdotta per tutelare i piccoli risparmiatori. Significa che chi tiene sul conto meno di questa cifra non paga nulla, anche se a fine anno il saldo risulta superiore. Gli istituti calcolano automaticamente la media dei saldi giornalieri e, se la soglia è superata anche di poco, addebitano il bollo nel primo estratto conto utile.

Come si calcola e quando si paga

Il bollo da 34,20 euro è un’imposta annuale, ma le banche la addebitano in base alla periodicità degli estratti conto: trimestrale, semestrale o annuale. Se il conto è stato aperto o chiuso durante l’anno, l’imposta viene calcolata in proporzione ai giorni di effettiva durata del rapporto. Banco BPM ricorda che la soglia dei 5.000 euro si riferisce alla giacenza media complessiva presso lo stesso istituto: quindi, se si hanno più conti nella stessa banca, i saldi si sommano ai fini del calcolo.

Per i conti deposito, invece, non esiste soglia di esenzione: il bollo dello 0,2% si applica sempre, calcolato sul valore medio o sul saldo al 31 dicembre. Lo stesso vale per strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, fondi comuni, ETF e polizze vita di tipo finanziario. In questi casi, la banca o l’intermediario trattiene l’imposta automaticamente e la versa all’erario, indicando l’importo in rendiconto o estratto titoli. Non conta se il rendimento è positivo o negativo: il bollo si paga comunque sul valore nominale o di mercato.

Uomo disperato
Uomo disperato guarda il conto corrente (Canva) – Infoiva

Il trucco della giacenza media e come evitarlo

Il trucco legale per evitare l’imposta è mantenere la giacenza media annua sotto i 5.000 euro. Questo non significa svuotare il conto, ma pianificare i movimenti. Spostare somme su conti deposito intestati ad altri componenti del nucleo familiare o su strumenti diversi (come carte con IBAN non soggette al bollo) può ridurre la media e far rientrare nella soglia di esenzione. È importante però non chiudere e riaprire conti solo a ridosso di fine anno: la media si calcola su tutti i giorni di giacenza, e anche pochi mesi con saldo alto possono far scattare il prelievo.

Per i titoli, non esiste una soglia di esclusione, ma si può agire sulla scelta degli strumenti: i fondi pensione e le polizze previdenziali, ad esempio, non sono soggetti al bollo dello 0,2%. Allo stesso modo, i conti deposito vincolati intestati a più persone ripartiscono l’imposta in base alle quote di titolarità, riducendo l’impatto su ciascun intestatario. Tutti gli importi sono comunicati annualmente all’Agenzia delle Entrate e confluiscono nella precompilata, visibili anche nel “cassetto fiscale”.

Il bollo su conti e titoli resta una tassa leggera ma inevitabile per chi gestisce risparmi. Evitarla del tutto è raro, ma conoscerne i criteri permette di contenerla con scelte consapevoli. Perché, come ricordano gli esperti di Banco BPM, non è il saldo finale a contare — ma quella cifra nascosta nei rendiconti: la giacenza media.