1º gennaio 2026: svolta IMU, cancellati gli arretrati | Per un mare di italiani è la fine del tormento
Stop Imu (canva) Infoiva.com
Una data può cambiare il rapporto con l’IMU: per moltissimi proprietari il peso degli arretrati potrebbe finalmente svanire.
Per milioni di italiani l’IMU è la tassa simbolo dei sacrifici sulla casa: colpisce chi possiede almeno un secondo immobile e pesa sui bilanci familiari.
Tra acconti di giugno, saldi di dicembre e aliquote fissate dai Comuni basta poco per dimenticare un versamento e ritrovarsi con arretrati che crescono nel tempo.
Per molti il vero incubo non è la rata di quest’anno ma il passato: somme non pagate che restano come un’ombra e che si teme possano trasformarsi in cartelle esattoriali pesanti. Da qui l’attenzione verso il 1º gennaio 2026, data indicata come possibile svolta per una parte dei contribuenti più in difficoltà.
Chi potrà salutare gli arretrati IMU dal 1º gennaio 2026
Come spiega UnaDonna, a sorridere potrebbero essere proprio i contribuenti che hanno arretrati IMU ormai datati ma che, negli ultimi cinque anni, non hanno ricevuto alcun avviso di accertamento o sollecito formale dal proprio Comune. In questa situazione entra in gioco la regola della prescrizione dei tributi locali: se per un intero quinquennio l’ente non si muove per chiedere quanto dovuto, il debito non può più essere preteso e la vecchia IMU rimasta sospesa si considera, a tutti gli effetti, estinta e non più esigibile, come se quel credito si fosse lentamente “consumato” con il passare degli anni.
Non parliamo quindi di un condono generalizzato, né di una cancellazione automatica concessa per favore dallo Stato, ma della conseguenza di una norma già presente nel nostro ordinamento e spesso poco conosciuta da chi paga le tasse sulla casa. Chi, allo scoccare del 1º gennaio 2026, avrà superato i cinque anni senza alcun tipo di notifica sugli importi non pagati potrà archiviare per sempre quelle vecchie somme; chi invece ha ricevuto avvisi recenti dovrà continuare a fare i conti con gli arretrati, eventualmente sfruttando solo le normali rateizzazioni o le definizioni agevolate che alcuni Comuni decidono di mettere a disposizione dei contribuenti in difficoltà.

Non è una sanatoria per tutti: come verificare se rientri nel caso
Per molte famiglie questa possibile prescrizione rappresenta la fine di un vero tormento: niente più paura di una cartella spuntata dal nulla per errori di versamento ormai lontani nel tempo, né notti passate a chiedersi se prima o poi arriverà l’ennesimo sollecito. Resta però l’obbligo di pagare puntualmente l’IMU corrente e di non sottovalutare le scadenze future, perché sulle nuove annualità le regole restano rigide.
Gli esperti suggeriscono di ricostruire con precisione la propria posizione, controllare tutte le comunicazioni ricevute dal Comune e, in caso di dubbi, rivolgersi a un CAF o a un professionista: solo così la “svolta IMU” del 2026 potrà trasformarsi davvero, per chi ne ha diritto, nella fine del peso degli arretrati. In caso contrario, il rischio è farsi illusioni e scoprire troppo tardi che quel vecchio debito è ancora lì, pronto a riemergere.
