Banconote, è vero che hanno una data di scadenza? La risposta ti sorprenderà: non lo sapeva praticamente nessuno
Banconote euro - Pixabay - Infoiva.com
Molti pensano che le banconote in euro “scadano” come il latte in frigo: ecco qual è la verità. La conoscono in pochissimi
Capita a tutti di ritrovare nel portafoglio una vecchia banconota stropicciata, magari con la grafica della prima serie, e chiedersi se sia ancora valida o se, da qualche parte, esista una sorta di “data di scadenza” oltre la quale quei soldi diventano carta straccia. Il dubbio cresce quando si sente parlare di nuove serie, ritiri dalla circolazione, casi particolari in alcuni Paesi europei.
La domanda di fondo è sempre la stessa: può succedere che una banconota perfettamente autentica non valga più nulla solo perché è “vecchia”? E cosa bisogna fare, concretamente, se ci si ritrova in mano un biglietto molto usurato o con segni sospetti?
Proprio qui entra in gioco la differenza tra vera e propria scadenza e ritiro dal circuito monetario, due concetti che spesso vengono confusi.
Le banconote in euro non scadono, ma possono essere ritirate
La prima cosa da chiarire è che le banconote in euro non hanno una data di scadenza nel senso tradizionale: non esiste una data stampata oltre la quale smettono automaticamente di essere soldi. Possono però essere progressivamente ritirate o sostituite per vari motivi, ad esempio quando viene introdotta una nuova serie più sicura. È il caso della “Serie Europa”, emessa a partire dal 2013, che ha via via rimpiazzato la primissima serie con filigrane, ologrammi e dettagli grafici aggiornati.
Le vecchie banconote, però, non sono state annullate dall’oggi al domani: sono ancora considerate valide e utilizzabili, mentre banche, sportelli automatici e circuiti di pagamento le stanno sostituendo gradualmente con gli esemplari nuovi. Lo stesso vale per i tagli ritirati come il 500 euro: non viene più stampato e circola sempre meno, ma resta legale e può essere cambiato presso le banche centrali nazionali o utilizzato finché accettato.

Quando una banconota smette davvero di valere e cosa fare
Esiste però una sorta di “scadenza naturale”: quella data dal deterioramento fisico. Una banconota troppo strappata, scolorita o rovinata può non essere più accettata nei pagamenti quotidiani, ma questo non significa che tu abbia perso i soldi. Finché è riconoscibile e autentica, puoi portarla in banca e chiedere la sostituzione con un nuovo esemplare di pari importo: gli istituti sono tenuti a ritirare i pezzi usurati e a rimborsare il valore, anche se il biglietto è solo parzialmente integro.
Più delicato è il caso delle banconote ufficialmente sottratte alla circolazione da una banca centrale, come è accaduto in Spagna per alcune banconote da 50 euro macchiate dai sistemi antifurto dei trasporti valori. In quel caso specifico, i biglietti con segni evidenti di inchiostro o sostanze protettive non sono più utilizzabili nei pagamenti e possono essere sostituiti solo se chi li presenta dimostra di essere vittima diretta di un furto o di averli ricevuti in buona fede. In generale, se hai tra le mani una banconota rovinata o sospetta, la mossa giusta è sempre la stessa: portarla in filiale, farla controllare e lasciare che sia la banca a stabilire se può essere cambiata o se, per qualche motivo, ha davvero perso il suo valore.
