Cellulare vietato in auto? Si, ma non solo | Da questa data è proibito anche in questi luoghi
Cellulare al volante - Pexels - infoiva.com
Il divieto di usare il cellulare non riguarderà più solo chi guida: ormai non è più beneaccetto nemmeno qui.
L’uso compulsivo dello smartphone è ormai parte della vita quotidiana, tanto da aver portato a limiti e divieti sempre più rigidi in situazioni considerate a rischio. Se tutti pensano subito al cellulare vietato mentre si è alla guida, ora l’attenzione delle istituzioni si sposta anche su altri contesti, dove la presenza continua del telefonino viene vista come un ostacolo, non solo come un pericolo. E la prospettiva è quella di una stretta netta, con regole uguali per tutti.
Negli ultimi mesi il dibattito si è concentrato in particolare sui più giovani, su quanto tempo passino davanti allo schermo e su come questo incida sulla capacità di concentrarsi, ricordare, relazionarsi.
A farsi carico del problema è stato direttamente il Governo, attraverso il ministro competente, che ha annunciato l’intenzione di fissare un confine chiaro: non solo limitare l’uso dello smartphone, ma eliminarlo del tutto in alcuni ambienti chiusi, a partire da una data indicata con precisione, anticipata in tv e destinata a cambiare abitudini consolidate.
Il divieto totale entra nelle aule: cosa ha deciso Valditara
A prendere posizione è il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha annunciato l’estensione del divieto di utilizzo dei cellulari anche alle scuole superiori a partire da quest’anno scolastico. Intervenuto alla trasmissione “5 minuti” su Rai1, il ministro alcuni mesi fa ha spiegato che è in arrivo una nuova circolare per vietare il telefono negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, “anche per scopo didattico”. Il divieto, ricorda, è già attivo per le scuole primarie e per le secondarie di primo grado, e l’estensione alle superiori viene presentata come il passo successivo di una linea già tracciata.
Valditara ha poi ribadito il concetto durante la registrazione di “Porta a Porta”, definendo lo smartphone uno strumento che dal punto di vista scolastico ha un impatto “senz’altro negativo”. L’obiettivo dichiarato è “disintossicare” i ragazzi, riportandoli all’uso del libro, della carta e della penna. Il ministro cita “dati sconvolgenti”: bambini di 6 anni che navigano su siti pornografici, un 38% di giovani con disturbi del sonno legati al cellulare e addirittura il triplo delle bocciature per chi ne fa un uso smodato. Da qui l’insistenza sul divieto dei social sotto i 15 anni e sulla necessità di una risposta normativa chiara.

Dall’Italia all’Europa: verso un fronte comune contro lo smartphone
La stretta annunciata non si ferma ai confini nazionali. Il 12 maggio, a Bruxelles, è stata presentata una proposta per eliminare i cellulari dalle scuole dell’Unione europea almeno fino ai 14 anni, iniziativa che ha raccolto l’adesione formale di Austria, Francia, Ungheria, Italia, Slovacchia e Svezia, mentre Lituania, Cipro, Grecia e Belgio hanno annunciato il loro sostegno. L’obiettivo è arrivare a una raccomandazione della Commissione europea che renda omogeneo l’approccio, trasformando questi luoghi in spazi liberi dagli smartphone nella fascia d’età più delicata.
Secondo Valditara, gli effetti dell’uso smodato del cellulare sono “drammatici” sia sull’apprendimento sia sulla salute mentale, con studi che collegano l’eccesso di schermo ad ansia, depressione e calo delle competenze. Nel nuovo scenario, la data indicata per il divieto totale nelle scuole superiori diventa il simbolo di una scelta netta: ridurre la presenza del telefono nella vita dei ragazzi proprio nei luoghi in cui si forma il loro futuro, mentre l’Europa prova a muoversi nella stessa direzione con regole condivise.
