Genitori in smart working: da oggi diventa un diritto | Nessuno potrà più dirgli di “No”

Genitori in smart working: da oggi diventa un diritto | Nessuno potrà più dirgli di “No”
Dal 2025, un cambiamento epocale ridefinisce il panorama lavorativo in Italia. Lo smart working non è più una mera concessione, ma si trasforma in un vero e proprio diritto per categorie specifiche di lavoratori. Questa svolta mira a offrire maggiore flessibilità e tutela, garantendo che nessuno possa più negare questa modalità operativa a chi ne ha effettiva priorità. La normativa introduce un nuovo livello di protezione, specialmente per i genitori e i lavoratori con particolari esigenze, segnando un passo significativo verso un equilibrio più equo tra vita professionale e privata.

Chi ha la priorità per lo smart working

Chi ha la priorità per lo smart working

I criteri per definire chi ha la priorità nello smart working.

 

Le nuove disposizioni legislative identificano chiaramente le categorie che godono di una corsia preferenziale per l’accesso allo smart working. Tra queste figurano i genitori di figli conviventi under 14, un supporto cruciale per l’organizzazione familiare. A loro si aggiungono i caregiver che assistono familiari con disabilità e i lavoratori fragili. Per questi gruppi, l’accesso al lavoro agile è notevolmente facilitato, a condizione che la mansione lo permetta, sia nel settore pubblico che in quello privato.

Un aspetto importante riguarda i lavoratori fragili: per loro è prevista una tutela ancora più diretta. Nel settore privato, lo smart working può essere attivato anche senza un accordo individuale, semplificando ulteriormente la procedura. Nel settore pubblico, invece, l’attivazione richiede l’autorizzazione del dirigente, che valuta la compatibilità con l’organizzazione del servizio. È una misura pensata per garantire che le esigenze più critiche siano sempre soddisfatte.

L’accordo individuale e le tutele

L'accordo individuale e le tutele

Accordo individuale e tutele: chiarezza sui diritti e le garanzie fondamentali.

 

Al di là delle categorie prioritarie, la regola generale per lo smart working continua a prevedere un accordo individuale tra datore di lavoro e lavoratore. Questo patto è fondamentale per definire aspetti chiave come i tempi di esecuzione della prestazione, gli obiettivi da raggiungere, gli strumenti da utilizzare e le modalità operative a distanza. Tale approccio garantisce trasparenza e chiarezza per entrambe le parti, promuovendo un ambiente di lavoro produttivo e collaborativo.

Un elemento di tutela fondamentale introdotto dalla normativa è che il rifiuto del lavoratore di accettare o di proporre lo smart working non può in alcun modo costituire motivo di licenziamento o di sanzioni disciplinari. Nel settore privato, il datore di lavoro è tenuto a comunicare telematicamente l’attivazione del lavoro agile al Ministero del Lavoro entro cinque giorni dall’avvio, assicurando così la piena conformità e tracciabilità. Per i genitori di figli sopra i 14 anni, la domanda rientra nella procedura “ordinaria” senza priorità.